Ai Mondiali del 2026 l’Italia ci andrà, non con i giovani ma «con i più bravi». Parola di Dino Zoff, il Mito del calcio italiano che confessa di non sognare spesso quella coppa alzata al Bernabeu da capitano azzurro: «Io penso al quotidiano, semmai sono gli altri che me lo ricordano». Il quotidiano, purtroppo, è anche l’eliminazione degli azzurri dagli Europei di calcio in Germania. Zoff rimette idealmente al braccio la fascia da capitano di un’Italia calcisticamente allo sbando, e guarda con fiducia al futuro della nazionale italiana di Luciano Spalletti che a settembre tornerà in campo per la Nations League a Parigi contro la Francia di Mbappé; poi tra marzo e giugno comincerà la vera sfida per tornare dopo due edizioni mancate alla fase finale della Coppa del mondo.
«E’ andata male purtroppo - racconta Zoff, al telefono con l’ANSA, riavvolgendo il nastro degli Europei degli azzurri - ho vissuto con un pò di fiducia questo Europeo ma poi sono usciti troppo presto. E’ andata male e non c’è niente da dire: non mi sento di dare consigli a Spalletti».
Tra accuse, polemiche, dubbi, recriminazioni, il campione del mondo del 1982 in Spagna prova a tracciare la strada lungo la quale gli azzurri possono arrivare a non mancare l’appuntamento iridato per la terza volta di vila, eventualità mai successa nella storia del calcio ad una Nazionale big. “Ora l’Italia deve qualificarsi ai Mondiali. Sarebbe la terza volta che non ci va? Non credo che succeda, certo questi Europei hanno dato un brutto segnale ma ai Mondiali non è possibile che per tre volte di seguito non si vada. Ho fiducia. Puntare sui Giovani? Bisogna puntare sui migliori, basta con questa storia dei giovani, gioca chi è capace».
Zoff non è convinto, come tanti, che il nodo della questione sia il mancato spazio ai giovani talenti. «Ma davvero i club danno poco spazio ai giovani? Credete veramente che se c’è uno forte non lo fanno giocare? Deve finire questa storia. Gioca chi è capace. Se i giovani sono forti giocano, lo sport è una cosa semplice, vince chi arriva primo come nei cento metri. La verità la si vede in campo, è così tutto molto semplice».
Parlando del day-after azzurro con il n.1 della Figc Gravina a ribadire la distanza tra politica e calcio, Zoff non si è tirato indietro su un tema che lo ha visto protagonista suo malgrado agli Europei del 2000 con le parole di Berlusconi e le dimissioni del ct: «non occorre dirlo ma il calcio è intreciato con politica. Ma per me la vera politica è quella del campo: io ho sempre guardato alle regole del calcio, quella è la politica, combattere e lottare lealmente. Poi il rensponso lo dà il campo. Questa è la mia ‘politicà, la mia lo sport fatto di canoni. E’ tutta la mia vita».
Il finale al telefono con l’ANSA Zoff lo gioca discutendo di questi Europei che vanno avanti senza l’Italia, con una favorita la Spagna e poi tutti gli altri compresa la Germania e l’Inghilterra: «Chi vince questo Europeo? La Spagna - sostiene l’ex portiere della Nazionale italiana di calcio e della Juventus - va per la maggiore, ha qualità e determinazione. Fin qui gli spagnoli hanno dimostrato più di tutti, ma le cose nel corso del torneo possono cambiare radicalmente. Non ho grande fiducia dell’Inghilterra. I suoi calciatori giocano in un campionato, la Premier, molto dispendioso e in queste competizioni accusano la fatica dove vi arrivano senza più birra in corpo. Poi vedo il Portogallo di Cristiano Ronaldo e la Francia di Mbappé che possono alzare la coppa d’Europa». Quel trofeo conquistato dagli azzurri di Mancini a Wembley nel 2021 e che ormai non può più essere difeso.
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