Per Spalletti qualificazione meritata: «Ma nell’Italia ci sono cose illogiche, dobbiamo lavorare»
La magia del calcio che in un attimo ti può far passare dalla disperazione alla gioia pura. È quello che si è visto negli ultimi secondi dell’incredibile partita dell’Italia agli Europei a Lipsia, riuscita a pareggiare con Mattia Zaccagni il gol di Modric per la Croazia. «Ci si crede fino all’ultimo secondo, perché ormai il calcio è questo - grida a fine gara il ct Luciano Spalletti, tra la gioia e il nervosismo - ci sono dei momenti che diventano clou della partita, oramai loro erano tutti dietro e bastava fare uno scambio pulito per fargli male. Abbiamo sbagliato due gol clamorosi per quella che è la nostra qualità. E in alcune situazioni siamo stati timidi: ma la qualificazione è meritata, e siete stati voi a dire che questo era un girone della morte...». «Avevate detto che era un girone difficilissimo, il giorno del sorteggio, e poi alla vigilia mi chiedete se c’è paura di uscire - ha poi proseguito - ma che senso ha mettere questa tensione? Che senso ha fare certe domande? Si può perdere, ma mettere tensione prima... Io non ho paura prima. Poi dopo ci sta criticare, se esci, ma prima... Non ci sto a prenderci per il c... perché abbiamo perso una partita». Per il ct «nelle nostre partite ci sono cose illogiche, tante cose ancora da mettere a posto. Abbiamo sbagliato gol incredibili, dobbiamo ancora lavorare», ha aggiunto il ct. Dopo la grande gioia del pareggio al 98’ che ha spedito l’Italia agli ottavi e rispedito la Croazia a casa, una piccola parte dei 10 mila tifosi italiani presenti al Leipzig Stadium è rimasta dentro lo stadio. I sostenitori azzurri sono stati premiati perchè, oltre mezz’ora dopo il termine del match e con l’impianto ormai vuoto, Luciano Spalletti è rientrato in campo e, accompagnato dal presidente della Figc, Gabriele Gravina, e dal capo-delegazione Gigi Buffon, è andato a salutare i tifosi. Un bel grazie per il sostegno che qui in Germania hanno sempre assicurato. Che sia stata una serata ad alta tensione, lo dimostra anche l’esordio della conferenza stampa, alla domanda se il cambio di modulo - il 3-5-2 - sia frutto di un «patto» con i giocatori. «Cosa intende per patto? Io parlo sempre con i giocatori, qualcuno questa cosa gliel’ha detta e chi parla delle cose di spogliatoio fa male all’Italia. Lei ha 51 anni? - ha detto poi rivolto al cronista che aveva fatto la domanda - Io 65, ha ancora 14 anni di pip... davanti. È logico parlare e ascoltare i giocatori, ma parlare di “patto”...». A gridare tutta la sua emozione è naturalmente l’eroe della serata, l’asso della Lazio Zaccagni, capace di mandare in estasi un Paese intero: «Si soffre sempre, sia in panchina che in campo, siamo stati bravi a restare in partita e abbiamo meritato il pareggio. Penso che il mister sia stato bravo a creare questo gruppo, cercando di prendere tutto quello che serviva e noi cercheremo di ripagarlo. È una soddisfazione immensa, una serata bellissima che mi porterò sempre con me, era importante pareggiarla per passare come secondi». A parlare ed esultare è anche Ricardo Calafiori: «Sono contento che andiamo al turno successivo. È un’emozione incredibile. Passare il turno era l’unica cosa che contava. Anche a livello di prestazione non abbiamo fatto male. In alcuni tratti abbiamo fatto bene e da questi dobbiamo ripartire. Abbiamo un obiettivo in testa e non possiamo accontentarci di avere passato il turno». Da parte croata è grande l’amarezza di Luca Modric che ha concluso la partita in lacrime dopo aver segnato un gol che poteva portare i suoi a Berlino con la Svizzera e invece ci andranno gli azzurri: «Non so cosa dirvi, il calcio a volte è crudele. Lo abbiamo dimostrato ancora una volta, ma quello che c’è c’è. Non meritavamo questo gol. Non avevamo dubbi sul supporto dei tifosi, sapevamo che erano sempre con noi, li ringraziamo. Ci dispiace che non sia arrivata la vittoria per andare al turno successivo».