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Col Venezuela un'Italia distratta, ci pensa Retegui

A Fort Lauderdale esperimenti e difficoltà, finisce 2-1 il primo test degli azzurri di Spalletti

FORT LAUDERDALE, FLORIDA - MARCH 21: Mateo Retegui of Italy celebrates after scoring a goal during the International Friendly match between Venezuela and Italy at Chase Stadium on March 21, 2024 in Fort Lauderdale, Florida. Claudio Villa/Getty Images/AFP (Photo by CLAUDIO VILLA / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / Getty Images via AFP)

Un’Italia distratta, molto poco spallettiana, ringrazia Retegui, autore della doppietta che firma il 2-1 al Venezuela. Ma di fatto manca l’appuntamento con il primo esperimento americano. Finisce con una vittoria sofferta l’amichevole in Florida con il Venezuela, ma al di là del risultato per il ct in cerca di nuove idee e di conferme sulla voglia di serietà non tutti i segnali sono quelli richiesti. Scarsa attenzione - due errori nel primo tempo costano un rigore e il gol del pari -, poca applicazione nella manovra, intensità assente. La doppietta di Retegui dà qualche conforto al ct sul dubbio più pesante, la ricerca di un centravanti, ma per il resto le risposte individuali (Chiesa a corrente alternata, Frattesi fuori dal gioco) sono state poco confortanti.

Per i (pochi) italiani d’America presenti allo stadio di Fort Lauderdale, Spalletti sfodera esperimenti pre Europeo, di reparto e individuali. «Se vogliamo restare in azzurro, dobbiamo dimostrare di meritarlo, partita dopo partita, a cominciare da questa», l’avviso del ct. Dunque test per un’inedita difesa a tre Di Lorenzo-Buongiorno-Scalvini; prima chanche a destra per Cambiaso, con Udogie sulla fascia opposta. Le chiavi del centrocampo a Locatelli, assistito da Bonaventura e Frattesi, mentre il casting centravanti è di Retegui, assistito da Chiesa in cerca della forma giusta.
E’ un inedito anche il confronto col Venezuela, n.52 del ranking Fifa mai approdato al Mondiale, che si schiera con un 5-2-3 blindato. La nazionale ‘vino tintò, dal rosso della maglia, crea l’effetto sorpresa: tre minuti, e un errore di Udogie costa il rigore provocato da Buongiorno su Rondon. Donnarumma respinge sul centravanti sudamericano, Savarino alza troppo. Allora l’Italia prende il pallino in mano, senza scintilla: il centro è bloccato, le fasce non vengono sfruttate. Prova ad accenderla Chiesa al 14’, con un sinistro a giro che sfiora il palo mentre Jannik Sinner fa il suo ingresso in tribuna.

La difesa azzurra soffre a destra, da lì poco dopo Machis serve a centro area Rondon, che in spaccata sfiora il vantaggio. Al 26’, su angolo di Chiesa, Retegui schiaccia di testa sottoporta e in assenza di Var reclama un tocco di mano nella respinta sulla linea; per l’arbitro non c’è nulla. Il centravanti italo-argentino si rifà al 40’, su regalo della difesa venezuelana: rinvio sbagliato del portiere, Cambiaso lo serve e lui è chirurgico in area per l’1-0. Ma a questa Italia difetta la concentrazione; bastano 3’ e Bonaventura fa anche peggio, servendo Machis su passaggio di Donnarumma per un 1-1 facile facile, a porta vuota.

Al rientro c’è Barella per Bonaventura, colpevole di una metà gara spenta più che del pasticcio dell’1-1. Col riassetto l’Italia cerca una manovra che però è lenta, l’aggressività venezuelana e il vento contro fanno il resto. Così la palla buona sulla testa di Buongiorno arriva solo su calcio piazzato, ma è alta. Mentre Rondon, al 60’, è due volte pericoloso senza riuscire a battere sottoporta. Tre minuti dopo il nuovo entrato Cadiz scappa a Scalvini e costringe Donnarumma al salvataggio. Spalletti manda in campo Zaccagni per Chiesa, Jorginho per Locatelli e Pellegrini per Frattesi. Non è serata, e Zaccagni rischia ancora su un passaggio indietro che impegna il portiere azzurro. C’è uno scampolo per Zaniolo, che alla mezzora di sinistro impegna il portiere. A 10’ dalla fine, con l’Italia tornata al consueto modulo (il 4-3-3) la prima combinazione in rapidità vale il gol vittoria: Jorginho recupera dal limite, entra in profondità e serve al centro Retegui che controlla, si gira e firma il 2-1. La cosa migliore della partita azzurra, se non l’unica.

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