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Padre e sorella di Rino Gattuso presi di mira dalla 'ndrangheta: due arresti a Corigliano Rossano per estorsione

I clan avevano preteso il pagamento del pizzo in relazione alla realizzazione di un impianto fotovoltaico al quale la donna era interessata

Minacce e l'incendio, in momenti diversi, di due autovetture parcheggiate sotto casa: Ida Gattuso,  la sorella dell'ex calciatore e ora allenatore Rino Gattuso, ha subito sulla propria pelle il terrore generato dalle cosche della 'ndrangheta da sempre operanti nella vasta area di Corigliano Rossano.

I clan mafiosi pretendevano il pagamento del pizzo in relazione alla realizzazione di un impianto fotovoltaico al quale la donna era interessata. La paura generata dagli attentati subiti e dalle minacce ricevute l'avevano indotta a denunciare tutto ai carabinieri. Stamane la risposta dello Stato, con un blitz. In manette sono finiti Aldo Abbruzzese, 51 anni, legato alla criminalità organizzata e Mustapha Hamil, marocchino, utilizzato come spalla per incendiare le vetture della vittima al fine di ottenere il pagamento della estorsione. L'inchiesta che ha portato all'arresto di Abbruzzese e Hamil è stata condotta dalla procura antimafia di Catanzaro, guidata dal procuratore Vincenzo Capomolla. I provvedimenti restrittivi sono stati eseguiti dai militari dell'Arma del Reparto Territoriale di Corigliano Rossano.

Il padre di Ida e Rino aveva ricevuto un contributo di 80.000 euro per realizzare un impianto fotovoltaico su un terreno di proprietà. La 'ndrangheta pretendeva il pagamento di una mazzetta in merito alla costruzione della struttura ed ha avanzato la richiesta estorsiva attraverso Aldo Abbruzzese. Per fare cedere i Gattuso sono state bruciate due auto alla sorella dell'ex campione del mondo Ringhio. Il padre dell'ex calciatore, Franco Gattuso, nega di aver ricevuto richieste estorsive e accredita i danneggiamenti subiti dalla figlia a «questioini personali». Una tesi smentita dalle emergenze investigative.

Gli investigatori, guidati dal tenente colonnello Marco Filippi, hanno cominciato le indagini dopo il primo attentato intimidatorio subito dalla sorella dell'allenatore dell'Olympique Marsiglia attivando intercettazioni e pedinamenti. Le attività hanno subito fatto emergere l'esistenza di gravi pressioni della criminalità organizzata calabrese sulla donna che, convocata in caserma, non ha potuto fare altro che ammettere di essere oggetto di azioni estorsive. La 'ndrangheta nella Sibaritide è particolarmente aggressiva nei confronti degli imprenditori. La denuncia delle vittime ha consentito a investigatori e Dda di intervenire arrestando i responsabili.

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