Roberto Mancini ha rivissuto i fantasmi di Wembley, quel pianto sul campo dello stadio londinese insieme con il gemello del gol nella finale di Coppa Campioni della Samp '92.
Poi i gol di Chiesa e Pessina sono arrivati come una liberazione e l'abbraccio più forte è stato proprio per Gianluca Vialli: "Se ci siamo ripresi qualcosa in questo stadio? No, e' ancora lunga. Ne mancano tre per riprenderci quella notte...", dice a caldo il ct azzurro, confermando che la sua è stata una serata di sofferenza, come per tutta l'Italia in campo. "Abbiamo portato questa partita a casa perché lo abbiamo meritato, anche se alla fine abbiamo subito un gol. Nel secondo tempo siamo calati fisicamente, il campo era pesante, ma abbiamo voluto vincere e l'abbiamo meritato - le sue prime parole -. L'abbiamo vinta grazie ai giocatori in panchina, entrati con la mentalità giusta: sono stati bravissimi. Ma sapevamo che era una partita difficile, più dei quarti di finale. Ma un match così duro può farci bene".
Il tecnico non è rimasto sorpreso dall'andamento della gara. "Sapevamo che questa partita sarebbe stata anche peggio delle prossime: l'Austria ti fa giocare malissimo - spiega - Siamo andati in sofferenza quando non abbiamo sbloccato la partita, ma con i cambi i ragazzi l'hanno vinta. Avere dei giocatori che entrano e cambiano la partita e' un vantaggio", chiosa Mancini.
Alla domanda su chi eviterebbe tra Ronaldo e Lukaku ha risposto: "Se potessi, tutti e due...".
"E' stato fantastico", si limita a dire Pessina, al secondo gol in questo Europeo. Spinazzola invece è alla seconda premiazione come miglior giocatore della partita. "Sono felice, ma lo sono ancor di più per la qualificazione - dice il terzino azzurro -. Loro erano durissimi, molto fisici e intensi. Alla fine dei tempi regolamentari ci siamo detti che dovevamo essere più precisi nell'ultimo passaggio. Poi nel finale loro hanno messo in campo tutti giocatori altissimi, ed è stata ancora più dura".
Chiesa parla del suo gol, 25 anni dopo quello del padre, a Euro '96, a Liverpool: "Sono stato freddo, in quei casi vorresti sfondare la porta: invece ho controllato. Come dice Mancini, questa Italia ha 26 titolari". Da capitano non giocatore, Giorgio Chiellini ha spronato la squadra tra i tempi supplementari, dopo aver spiegato a inizio partita la linea degli azzurri contro il razzismo. Ma i social lo hanno subissato di critiche e ironie per il lapsus "nazismo", invece di razzismo.
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