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Fonseca vince l'ultimo derby, la Lazio dice addio alla Champions

Paulo Fonseca saluta l’Olimpico con una vittoria nel derby, Simone Inzaghi invece deve dire addio alle residue speranze di andare in Champions, e chissà forse anche alla sua avventura alla Lazio. Il derby della Capitale va alla Roma, 2-0 con reti di Mikhtaryan e Pedro, e la prima vittoria giallorossa in una sfida alle squadre di vertice sa di beffa al termine di una stagione fallimentare. Il successo più ambito dai tifosi, buono peraltro a conservare un posto per la piccola Conference League, non basta certo a cambiare il destino del tecnico gentiluomo, ma forse a riappacificare il mondo giallorosso col tecnico portoghese, questo sì.

Fonseca sarà sostituito dal connazionale Mourinho, già evocato dai tabelloni a bordo campo con il 'suo' Daje Roma. In fondo la Roma di stasera, tornata alla difesa a 4, già ricalcava il 4-2-3-1 cara al tecnico del prossimo anno. Immobile non ha brillato, certo, ma il risultato, alla fine giusto, è frutto della stanchezza di tutta la squadra di Inzaghi, a partire dai suoi nazionali. Significativa la fatica cui Dzeko - vero protagonista della serata - ha costretto dall’inizio alla fine Acerbi. L’altro personaggio in positivo della serata è il baby Darboe, personalità e incoscienza da primo millenial a giocare il derby romano.

Per la sua ultima in casa, prima dei saluti a La Spezia, Fonseca punta su Cristante e Darboe in mediana, con Pellegrini alle spalle di Dzeko e Mkhitaryan e il recuperato El Shaarawy ai suoi lati. Dall’altra parte, Simone Inzaghi perde in extremis Correa e Caicedo ed è costretto a partire con Vedat Muriqi al fianco di Immobile in avanti. Gara molto tattica nella prima mezzora, con pochi acuti e quasi tutti della Lazio. Al 16' un brutto fallo di Bruno Peres su Acerbi accende la stracittadina, poco dopo è il difensore laziale a rimediare il giallo per un fallo su Dzeko che peserà sull'azzurro al primo affondo del bosniaco. Al 26' la prima vera occasione della partita capita sui piedi di Luis Alberto dopo che Milinkovic-Savic (in campo con una maschera protettiva dopo l'operazione al setto nasale) aveva ben confezionato l’assist, sfruttando un’indecisione di Ibanez che stava per bissare il pasticcio del derby d’andata. Bravo Fuzato, in porta al posto di Mirante, a deviare in angolo opponendosi con il corpo. Non vale invece, al 31', il gol segnato da Muriqi, partito evidentemente oltre la linea del fuorigioco.

La gara si accende e al 42' la Roma passa sul primo vero affondo di El Shaarawy sulla sinistra. Dzeko è bravo a saltare nettamente Acerbi e servire in mezzo per l’accorrente Mkhitaryan, dimenticato dalla difesa laziale e libero di concludere a botta sicura a Reina battuto. Nella ripresa, Fonseca lascia negli spogliatoi un nervoso (e ammonito) Peres per Santon, ma al primo affondo di Lazzari arriva il giallo anche per l’ex interista.

La Lazio, immutata, si butta subito in avanti alla ricerca del pari e il copione resta quello del primo tempo, a ritmi più alti: la squadra di Inzaghi imposta in cerca dell’imbucata di Milinkovic o Luis Alberto, la Roma attende e cerca la ripartenza. Sul tacco di Immobile sottoporta Luzato salva in angolo. Immediata la risposta di Dzeko, sulla sua azione caparbia Lazzari è costretto a salvare anticipando Cristante. Poi è la volta di Pedro, che non perdona: lo spagnolo prende palla sulla trequarti, scarta a destra e sinistra, trova il corridoio e dal limite si aggiusta il sinistro che batte il connazionale Reina. I giallorossi giocano allora in scioltezza, sfiorano il terzo gol un paio di volte con Dzeko, vera dannazione della serata per Acerbi, costretto nel finale al fallo del secondo giallo. Resta la festa giallorossa e la delusione della Lazio. ANSA

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