Si definisce «triste e deluso», lamenta «l'aggressività, le minacce e gli insulti» ricevuti dai 12 club, ma non rinnega nulla o quasi. Dopo il naufragio in poco più di 48 ore della Superlega, Florentino Perez è tornato a parlare e lo ha fatto ai microfoni de 'El Larguero', su Cadena Ser.
«Da tre anni lavoriamo su questo progetto e forse non abbiamo saputo spiegarlo bene - ammette - il format della Champions è obsoleto e la competizione diventa interessante solo dai quarti. Non funziona. L’idea era di un format dove le squadre più importanti d’Europa si affrontano sin dall’inizio: si possono fare più soldi se le big non sono in perdita e il tutto mantenendo la solidarietà verso gli altri».
A chi accusa la Superlega di non considerare il merito sportivo, Perez replica che chi ne faceva parte «se l’era guadagnato sul campo. Sono i club con più tifosi. Oggi ho parlato tre volte con Agnelli, non mi sento solo. Sarebbe un peccato non considerare questo format - continua - e bisognerebbe farlo ora, non possiamo aspettare tre anni. I soldi arrivano con le buone partite, dove c'è competizione. Partite di massimo livello, senza escludere nessuno, come gli incontri fra Federer e Nadal».
«Il calcio lo mantengono i grandi club come il tennis viene mantenuto dai grandi giocatori - insiste Perez - che qualcuno ora ci proponga allora un altro format in grado di generare ricavi. Perchè quando passerà tutto questo, vedremo che succede: i club perderanno più di due miliardi di euro», avverte.
Il massimo dirigente dei blancos non teme rappresaglie da parte della Uefa e sul futuro del Real Madrid, soprattutto per quanto riguarda il mercato, mette le cose in chiaro: «Abbiamo i migliori giocatori del mondo, ci sarà da rinnovare la rosa ma senza fare rivoluzioni. Ma è impossibile fare grandi acquisti se non ci sono soldi. Mbappè? Se le cose non succedono è perchè non si possono fare. Anche per quanto riguarda il rinnovo di Sergio Ramos, dipenderà dalla situazione del club. A chi non piacerebbe che rimanesse? Ma non dipende da lui, dipende dalla situazione del Real».
Non manca anche una domanda sul futuro di Zidane: «Ha un contratto, è una leggenda del Real e quando un giorno andrà via, lo farà da leggenda». AGI
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