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Chiesa trascina la Juventus a San Siro, il Milan perde l'imbattibilità

Federico Chiesa, segna una doppietta a San Siro contro il Milan

Due gol di Chiesa e una rete di Mckennie. La Juve batte così il Milan a San Siro. Il risultato è di 3 a 1, con il gol nel primo tempo del rossonero Calabria per il momentaneo pari. La squadra di Pioli perde l’imbattibilità ma non il primato, considerato che l’Inter è stata fermata a Marassi dalla Samp.

Ora però la classifica è davvero cortissima, dai 37 punti dei rossoneri ai 30 (con una partita in meno) della Juve quarta, e di qui alla fine del girone d’andata restano ancora diversi scontri diretti al vertice.

"Lo spirito di una squadra che vuole comandare": era quello che cercava Andrea Pirlo nella sua Juventus. E la squadra bianconera, nonostante le incognite del Covid e le assenze di Alex Sandro e Cuadrado, si è ritrovata forse definitivamente proprio contro il Milan "in un campo così importante contro la prima in classifica", sottolinea l'allenatore.

A fare la differenza, Federico Chiesa autore di una doppietta. "Il suo ruolo è quello, lo abbiamo acquistato perché avevamo bisogno di un uomo forte nell’uno contro uno negli ultimi trenta metri. In questa partita, poi, serviva un che puntasse Hernandez e lo tenesse bloccato, per evitare che potesse ripartire come fa sempre".

Chiesa, uscito per un problema all’anca nel secondo tempo, sorride soddisfatto a fine gara: "I gol sono importanti, ma è importante anche la continuità delle prestazioni, da lì arrivano anche i gol. Io sono sempre generoso, cerco di aiutare la squadra e stasera sono felicissimo anche che la squadra abbia lottato insieme senza mai disunirsi, portando a casa un grande risultato".

E quando a Pirlo viene chiesto di commentare la fase difensiva sul pari di Calabria, l’allenatore bianconero sottolinea l’errore arbitrale per un fallo non segnalato di Calhanoglu ai danni di Rabiot: "C'era da fischiare il fallo di punizione. Il gioco andava fermato. Poi Danilo doveva essere più aggressivo ma anche il resto della squadra era fuori posizione. Nasce tutto, però, da un fallo non fischiato". Il Milan dopo 27 gare consecutive e 304 giorni d’imbattibilità si ritrova a fare i conti con l’amarezza di un ko, anche pesante. La classifica non cambia, il primato resta rossonero, ma - come ammette Stefano Pioli - "fa male comunque perché era un’occasione".

C'era la chance di portarsi a + 4 dall’Inter ma le sette assenze non hanno aiutato i rossoneri. "Sette sono tante ma non abbiamo perso la nostra identità. Si possono vivere questi momenti in una annata. Credo che la prestazione sia stata all’altezza, abbiamo subito il secondo gol quando sembrava potessimo essere più pericolosi e ha cambiato la gara". Questa sconfitta non minerà le convinzioni dei rossoneri, ne è certo Pioli che esclude ripercussioni: "Era da parecchio che non sentivamo il sapore di una sconfitta. Ho dato una pacca sulla spalla ai giocatori. Non ci devono essere rimpianti dopo una partita così. Ora testa alta. Sabato abbiamo un’altra partita".

C'è il Torino a San Siro e ancora una volta i rossoneri dovranno fare a meno di Ibrahimovic: "Giochiamo tra soli tre giorni. Ma credo che con il Cagliari ci sarà. Spero di recuperare altri giocatori". Krunic e Rebic positivi al Covid, poi Bennacer e Saemaekers, un’infermeria piena da svuotare per continuare a lottare per tenere salda la vetta della classifica.

 

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