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Coronavirus, Ghirelli: "Chiudere i campionati ma al primo posto c'è la salute"

Francesco Ghirelli, presidente Lega Pro

La salute al primo posto, poi la necessità di assicurare la regolarità dei tornei. Su questo binario, secondo il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, deve muoversi il mondo del calcio per cercare di ripartire dopo lo stop forzata a causa della pandemia Covid-19. In un’intervista rilasciata a ai microfoni di Radio Cusano Tv Italia, il numero 1 della Serie C commenta le decisioni prese ieri nel corso della riunione Uefa.

"Si è stabilito di provare ad arrivare fino in fondo alla regolarità dei campionati nazionali, aprendo la finestra fino a luglio e poi successivamente terminare la Champions - ha affermato Ghirelli -. In modo da assicurare la regolarità dei campionati ed evitare che il calcio si infili in un contenzioso pazzesco. Se un presidente varcasse la porta di un tribunale mentre la gente sta piangendo i propri cari o avendo problemi col lavoro, ci sarebbe una rottura col comune sentire. Il calcio pagherebbe un prezzo troppo pesante, al punto da essere messo in discussione".

La priorità, però, è un’altra. "Il primo punto è la salute. A me fanno ridere quelli che cominciano a parlare delle date, perchè stabilire ora la data è più difficile che vincere alla Lotteria Italia. Prima dovremo riuscire a mandare via il virus, bisognerà poi sentire le autorità sanitarie - spiega il presidente della Lega Pro -. Noi siamo stata l’unica Lega che ha presentato al governo la valutazione dell’impatto economico-finanziario e nella stagione 20-21 sarà ancora più problematico l’impatto. Noi rischiamo la continuità aziendale. Il proprietario di una società di calcio è proprietario di un’azienda, che è in crisi. Nel momento in cui dovrà decidere cosa fare, sceglierà l’azienda madre rispetto alla società di calcio. Bisogna però stare attenti all’umore della gente. Io ho dei dati, per tutti gli episodi che abbiamo visto, con i tira e molla su giocare e non giocare, allenarsi e non allenarsi, noi siamo ai minimi storici di attenzione e interesse della gente. Terminare la stagione qui? Bisognerebbe anche valutare come si retrocede. Dobbiamo evitare contenziosi. Se qualche presidente decidesse che per un suo interesse valicherà il portone di un tribunale sportivo o ordinario, la gente ti darà un calcio nel sedere".

Le società si stanno muovendo per procedere con il taglio degli stipendi dei calciatori. "La Juventus ha sospeso 4 mensilità, ma se riprendesse il campionato si siederà coi calciatori per valutare cosa fare. Io credo che questa norma di salvaguardia sarà inserita da tutte le società", spiega Ghirelli che si sofferma sulle misure economiche per le società. "Il pagamento di tasse e contributi sono stati spostati fino a giugno, adesso li vogliamo spostare fino a novembre. Con il Decreto Cura Italia per la prima volta il calcio è stato riconosciuto nell’apparato produttivo e industriale del Paese. Questo gli deve consentire di utilizzare strumenti come la cassa integrazione, l’apprendistato, poi stiamo lavorando su un provvedimento che faccia un fondo di sostegno alle società calcistiche che sia alimentato dall’1% dell’introito delle scommesse, 50% per il calcio e 50% degli altri sport, dentro questo ci devono entrare anche Cassa depositi e prestiti e la Figc". ITALPRESS

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