Altra serata europea, altro flop per l'Inter firmata Spalletti. A San Siro fanno festa l'Eintracht Francoforte e i suoi tifosi: basta un gol di Jovic per mandare ko i nerazzurri, che buttano al vento un altro obiettivo stagionale. Finisce con Handanovic e compagni sotto la curva, a prendersi i fischi e la contestazione dei tifosi. Non proprio il modo migliore per avvicinarsi al decisivo derby di domenica.
L'emergenza costringe Spalletti ad una formazione inedita, con il rientrante Keita centravanti nel 4-2-3-1 viste le assenze di Lautaro Martinez e Nainggolan in avanti, oltre ovviamente a Mauro Icardi, che continua a chiamarsi fuori. L'inizio è traumatico e non solo per l'incessante tifo dei 14mila tedeschi (con anche lancio di fumogeni tra gli interisti) che fa sembrare di essere a Francoforte più che a San Siro. Dopo 3' Haller ha la palla per il vantaggio, ma il suo tap-in trova la traversa. Al 6' De Vrij di testa serve l'assist perfetto a Jovic, che si invola e batte Handanovic con un pallonetto. Un approccio drammatico, altro che il carattere ''come quello della Juventus'' chiesto da Spalletti alla vigilia.
I nerazzurri si ritrovano così ad inseguire fin da subito. Certo, le tante assenze hanno influito, resta il fatto che la squadra è apparsa molle e timida, incapace di qualsiasi reazione e di trovare soluzioni alle folate dell'Eintracht, con il solo Handanovic ad opporsi. Il primo tiro in porta arriva al 43', su un destro di Perisic che Trapp blocca senza fatica. E nel finale di tempo anche i tifosi interisti si fanno sentire, chiedendo a gran voce di tirare fuori gli attributi.
Coro che tuttavia non porta ad alcuna risultato, perché la squadra di Spalletti arranca anche a inizio ripresa. Serve ancora Handanovic per tenere in piedi i suoi, salvando su Haller. L'unico che prova ad accendere la luce è Politano, che sfiora il pari con un mancino a giro, mentre Skriniar ci prova dal limite senza fortuna. Sono solo due lampi in mezzo al nulla, l'Inter non trova nemmeno un briciolo di reazione, affondando lentamente e tenuta in vita solo da Handanovic.
Passa il turno ma con una figuraccia il Napoli che ringrazia la vittoria per 3-0 della scorsa settimana al San Paolo. Gli azzurri affondano a Salisburgo ed escono nettamente sconfitti, pur senza rischiare mai di veder sfuggire la qualificazione. Il ritorno con gli austriaci finisce 3-1, troppo poco per la squadra di Rose alla quale sarebbero serviti altri due gol per agguantare i quarti di finale.
Quindi l'esito conclusivo del doppio incontro non viene mai messo in discussione. Ma il Napoli conferma la pessima prestazione mostrata domenica con il Sassuolo in campionato. La squadra di Ancelotti gioca discretamente solo nel primo quarto d'ora. Dopo il gol del vantaggio segnato da Milik cala il sipario. Da quel momento in poi in campo c'è solo il Salisburgo, una squadra molto giovane, animata da molta buona volontà e ardore agonistico ma, per fortuna del Napoli, non particolarmente dotata sul piano tecnico.
Dopo 13' la partita ha una svolta decisiva. Arriva infatti il gol di Milik e a quel punto gli austriaci per ottenere la qualificazione dovrebbero segnare 5 gol, impresa un bel po' difficile da realizzare. L'attaccante polacco sfrutta un rimpallo tra due difensori del Salisburgo, su traversone di Zielinski da sinistra che lo libera per la conclusione vincente in semi rovesciata.
La gara è segnata. Il pubblico che fino a quel momento aveva sostenuto con ardore il Salisburgo sperando in una clamorosa rimonta, perde l'entusiasmo. Il Napoli controlla il gioco senza problemi, fin quando non interviene un clamoroso errore di Allan che in pratica regala il pareggio ai padroni di casa. Il brasiliano davanti alla propria area di rigore con un passaggio orizzontale offre il pallone a Szoboszlai che serve Dabbur. L'attaccante manda a vuoto la scivolata di Chiriches e insacca con un rasoterra.
Il pareggio rianima un po' il Salisburgo che prova ad accentuare la pressione offensiva. Il Napoli fino alla fine del primo tempo si difende con ordine e la porta di Meret non corre ulteriori rischi. Nella ripresa, però, si assiste a una sorta di Caporetto della squadra di Ancelotti che si fa chiudere nella propria metà campo dagli avversari. La difesa, nonostante le assenze di Koulibaly e Maksimovic squalificati e sostituiti da Chiriches e Luperto, regge discretamente l'urto dell'attacco del Salisburgo. Gli austriaci però trovano il gol del vantaggio al 20' con una deviazione volante di Gulbrandsen, su traversone da sinistra di Ulmer. Nel recupero i padroni di casa vanno ancora in gol con un rasoterra da fuori area di Leitgeb.
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