PALERMO. Wolfgang Goethe, uno che a Palermo ha lasciato qualche traccia, anche se non ha nulla a che fare col pallone, sosteneva che «la superstizione è la poesia della vita». Quanta poesia c'è, allora, nel mondo del calcio.
Beppe Iachini forse non lo sa, ma è depositario ultimo di una tradizione che si tramanda con ritualità diverse, a volte con dei veri e propri tic, ma il cui senso profondo è sempre lo stesso: l'avversione alla sfortuna prima delle partite. Dell'abbigliamento dell'attuale allenatore del Palermo fa parte l'ormai immancabile cappellino nero. Non se ne distacca mai. Lo stesso tecnico, tuttavia, di recente ha rivelato che quella del cappellino è più che altro un'esigenza legata a un problema di vista, per cui gli tornerebbe utile l'ombra garantita dalla visiera.
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Cappellino e caramelle: tutti i segreti di Iachini
Il tecnico che sta riportando i rosanero in serie A esegue da sempre una serie di «riti» propiziatori. Il colore nero è il suo preferito
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