PALERMO. Il suo ruolo in un numero: “doble cinco”, doppio cinque. Il numero dieci, insomma. «Un regista avanzato», come egli stesso si è definito nel giorno della sua presentazione a Boccadifalco. Stiamo parlando di Franco Vazquez, che ha parlato oggi davanti ai giornalisti, accompagnato dal vice presidente del Palermo, Guglielmo Miccichè. «Sono un trequartista, ma posso agire anche come laterale di centrocampo. Mi piace giocare in avanti e prediligo gli ultimi passaggi. So che qui ci sono altri trequartisti come Ilicic che, insieme a Miccoli, è il giocatore che mi piace di più del Palermo. Di conseguenza, non avrei problemi a giocare al fianco di un altro trequartista che possiede una buona gestione della palla».
"Pastore? Siamo diversi". Questo, dunque, l’identikit del nuovo giocatore del Palermo, che ha nel mancino il suo piede preferito. A questo proposito, però, inevitabile il confronto con quello che è considerato il suo predecessore, Javier Pastore. «Io simile al Flaco? È un giocatore che mi piace e al quale mi ispiro, per me è un punto di riferimento. Ma non voglio essere paragonato a lui, siamo due giocatori diversi anche se alcune caratteristiche sono simili. Voglio solo essere Franco Vazquez».
Obiettivo adattamento, "ma vorrei subito giocare". Ha preferito arrivare a gennaio per completare il campionato con il Belgrano in Argentina, col quale è arrivato quarto. Adesso l'obiettivo di Vazquez, che compirà ventitre anni il prossimo 22 gennaio, è quello di adattarsi e di prendere un’ideale rincorsa verso la prossima stagione. Ma l’idea di essere a disposizione e magari di giocare subito lo elettrizza. E perché no, anche a cominciare da domenica contro il Napoli. «Per domenica mi sento già pronto, poi deciderà il tecnico, ma io sono molto motivato. Per me si è realizzato un sogno e non è una paura l’impatto con la Serie A. E sarei felice di mettermi subito alla prova contro gente del calibro di Hamsik e Cavani».
Mudo, Kakà e il numero 17... Kakà come idolo. Il numero 17 sulla maglia come portafortuna indossato nella sua esperienza col Belgrano. Poche parole, ma concetti chiari che vanno verso una politica dei piccoli passi. E un soprannome: il Mudo. «Sono una persona tranquilla alla quale non piace mettersi in mostra. Probabilmente è per questa ragione che mi hanno affibbiato questo nomignolo».
A Palermo con tutta la famiglia. Riservato, quindi, e con un valore sempre presente che si materializza in quattro persone. I componenti della sua famiglia: mamma Marina, papà Oscar e i due fratelli Federico e Nicolas. Tutti presenti a Boccadifalco ed emozionati nel seguire il figlio nel giorno che segna la svolta della sua carriera. «La mia famiglia è molto importante per me, mi accompagna sempre. Sono molto grato ai miei genitori, perché mi hanno sempre sostenuto. Sono contento di essere qui con loro».
Il "Mudo" si presenta: "Pastore? Voglio solo essere Vazquez"
Prime parole del nuovo trequartista argentino del Palermo. "Mi definisco un regista avanzato, mi piace attaccare e servire assist. Il mio idolo è Kakà"
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