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Carrozzieri: "Non mi arrendo, sono il più forte"

Il difensore, rientrato da poco dalla lunga squalifica per cocaina, ha problemi contrattuali: "Ringrazierò sempre Zamparini, ma l'offerta che mi è stata fatta non sta nè in cielo nè in terra. Vorrei restare per i tifosi"

PALERMO. Con quella faccia Moris Carrozzieri, il Vasco Rossi del calcio italiano, può dire tutto quello che pensa. Sapendo bene che non tutto quello che dice piace a tutti. Ne ha passate tante e tante ne passerà, perché con quella faccia sembra quasi normale vivere una vita spericolata. Prima le scommesse (due mesi quando era alla Samp), poi la coca (due anni), in mezzo la patente ritirata per un po’ d’alcool in più nel sangue. Non s’è fatto mancare nulla Moris, che a trent’anni si trova nuovamente con la valigia in mano, pronto per un'altra avventura.  «Premetto che sarò sempre grato a Zamparini perché mi ha consentito di continuare a giocare al calcio, ma l'offerta che mi è stata fatta (centomila euro netti più premi legati a ogni singola presenza in campo, ndr) non sta né in cielo né in terra per un giocatore di serie A.


Non pretendo di guadagnare quello che guadagnavo prima della squalifica (500.000 euro netti ndr), ma almeno la metà. Invece mi è stato offerto molto, ma molto meno. Non so che fare, spero di incontrare Zamparini e parlargli di persona. Intanto c'è qualche squadra che mi vorrebbe, l'Atalanta e il Cesena anzitutto. Ma io vorrei restare, anche per ripagare i nostri tifosi dell'affetto che mi hanno dato in questi mesi. Non dimenticherò mai l'applauso quando sono entrato in campo contro il Napoli».



L'argomento merita un riepilogo. Nell'aprile del 2009 Carrozzieri viene trovato positivo all'antidoping: cocaina. Il difensore ammette di averne fatto uso durante una festa e si becca due anni di squalifica. Il Palermo potrebbe rescindere il contratto (come fece il Chelsea con Mutu) ma per difendere l'investimento (3.4 milioni all'Atalanta) propone a Carrozzieri di rimodularlo: quattro anni al minimo di stipendio più i premi. Carrozzieri accetta, i primi due anni sono trascorsi, ma adesso, scaduta la squalifica, Moris vorrebbe adeguato l'accordo. L'offerta del Palermo è arrivata, ma non si discosta da molto dal minimo sindacale.
«Certo che ci sono restato male. Anche perché il Palermo ha acquistato altri difensori, evidentemente non crede più in me anche se credo di potere dare ancora tanto al Palermo. E ne ho la voglia. Ho solo trent'anni e non mi arrendo, anzi sai che ti dico, che per quello che ho passato mi sento ancora più forte di com'ero prima della squalifica».
Ed era forte Moris prima del 5 aprile del 2009. Tanto che era entrato nell'orbita del Milan e la convocazione in nazionale sembrava imminente. «Già. Incredibile come sono riuscito a buttare i due anni più importanti della mia carriera, ma ho capito la lezione». Moris Carrozzieri non sarà mai un chierichetto, però finora ha pagato tutto, senza sconti.
«C'è tanta gente che ci gira intorno, siamo come il miele per le api. E siamo giovani. Questa storia delle scommesse, per esempio. Quanta gente malata di scommesse nel mondo del calcio… e tutti cercano i calciatori. Spero che quelli coinvolti riescano a dimostrare la loro estraneità, conosco bene Doni ed è un bravissimo ragazzo».



Torniamo al Palermo. Magari alla partita dell'Olimpico contro l'Inter. Si fa male Goian e Carrozzieri va in campo dopo ventiquattro minuti. «Credo di avere fatto bene. Quella partita mi rimarrà sempre impressa nella testa per la marea rosanero sugli spalti dell'Olimpico, noi in campo ne eravamo incantati. L'abbiamo persa per i due errori iniziali di Pastore ed Hernandez. Se passiamo in vantaggio noi cambia tutto. Loro si sarebbero scoperti». Mai Carrozzieri avrebbe immaginato di giocare quasi tutta la gara più importante della stagione. «Vero, ma c'erano le condizioni visto che Bovo era squalificato. Era prevedibile e non ho capito perché Rossi non mi abbia fatto giocare con la Sampdoria e col Chievo, almeno un po’ per provarmi. Non ho segreti, glielo ho detto in faccia al mister che tante cose nel finale di stagione non le ho capite». Per esempio? «Per esempio Liverani. Acquah è un grande giocatore e avrà un gran futuro ma a Roma doveva giocare Liverani. Con Fabio in campo l’Inter il primo gol non l'avrebbe fatto. Ma non solo questo. Non ho capito perché Rossi non ha fatto giocare almeno un tempo Brichetto col Chievo, lo avrebbe meritato».



Come si sarà capito, Moris Carrozzieri ha qualche sassolino nella scarpa da togliersi. «Quest'anno al Palermo è mancata la personalità dei giocatori più esperti. Quando sono rientrato ho visto cose che non mi sono piaciute. Mi sono portato in giro io gli sloveni per fare più gruppo e mi accorgevo che Acquah arrivava all'allenamento sempre con qualche minuto di ritardo. A un certo punto visto che nessuno faceva niente sono andato io a mettergli la multa. Gli ho detto: dammi cinquanta euro e facciamo un fondo cassa per beneficenza. Ha fatto un po' di storie e me le ha date. Da quel giorno è arrivato sempre puntuale».



Insomma, alla fine il Palermo era una squadra un po'…sfilacciata. «Non c'era nessuno che tirava il gruppo, che si preoccupasse di tenere tutti uniti …se ci fossi stato io per tutta la stagione non sarebbe accaduto». Moris Carrozzieri dunque non s’arrende, anzi si ricandida. «Perché no, credo di avere la personalità di essere il leader di questo Palermo, ho ancora trent'anni e in questa città ci sto benissimo. Voglio ripagare i tifosi e Zamparini di tutto quello che mi hanno dato». Un vero leader però deve essere un esempio dentro e fuori dal campo, come la mettiamo con tutti i tuoi...precedenti? «Lo sarei, ho capito i miei errori e non sciuperei questa mia nuova opportunità».



Ma c'è un problema, il Palermo non sembra credere più in Carrozzieri. Ha preso altri difensori (Cetto, Pisano), altri ne cerca (Mantovani, Adejo)). «Lo so e mi dispiace, perché io in coppia con Munoz saremmo formidabili, Ezequiel tra due anni sarà più forte del miglior Cannavaro, però…». Però la situazione è in stallo e non promette nulla di buono. «Aspetto di parlare con Zamparini, se da qui al 30 giugno non accade nulla, ovvero se non trovo una squadra, andrò in ritiro e lì, sono sicuro, dimostrerò di essere ancora il più forte».

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