È stata iscritta nel registro degli indagati, per la morte del bambino di 10 anni caduto in un pozzo artesiano profondo circa quindici metri, per metà colmo d’acqua, in contrada Falabia, in territorio, di Palazzolo Acreide, anche la donna che ha invano cercato di soccorrerlo, calandosi giù. Si tratta di Carmela Caligiore, una educatrice della onlus di 54 anni, che aveva organizzato l’escursione al quale il piccolo partecipava con un gruppo di altri bambini, alcuni dei quali disabili. L’iscrizione è comunque un atto dovuto per consentire alla donna, come agli altri indagati, di nominare un consulente che possa partecipare all’autopsia, esame irripetibile, che avrà luogo all’obitorio dell’ospedale di Siracusa. In totale, adesso, gli indagati sono nove. Oltre al proprietario del terreno in cui c’è il pozzo, Giuseppe Giardina, che è anche presidente della onlus, e alla volontaria che accompagnava il gruppo di ragazzini, sono finiti nel registro degli indagati altri 7 volontari della onlus che aveva organizzato l’escursione finita in tragedia.
Il piccolo Vincenzo Lantieri ha perso la vita dopo essere caduto in un pozzo artesiano, di Palazzolo Acreide. A disporre l'autopsia è stata la procuratrice di Siracusa, Sabrina Gambino, che coordina le indagini dei carabinieri. Il reato ipotizzato è l'omicidio colposo. Il bambino, con un’altra ventina di ragazzi, era in visita a una fattoria didattica prevista dal campo estivo organizzato dalla Fondazione Anffas «Doniamo Sorrisi».
I carabinieri, che hanno eseguito un sopralluogo nella zona dell’incidente con la procuratrice di Siracusa, e il sostituto Davide Viscardi. La procura vuole anche verificare la tempistica dei soccorsi, chi era responsabile della sorveglianza dei bambini e se il pozzo fosse stato messo in sicurezza. L’autopsia dovrà anche chiarire se il piccolo Vincenzo sia morto per annegamento o per una lesione riportata durante la caduta da quindici metri.
I bambini disabili erano coinvolti da giorni in escursioni e attività di integrazioni, come la coltivazione degli orti e i laboratori di cucina. L'escursione di giovedì, che serviva a mostrare ai bambini come si lavorano alcune produzioni agricole, stava per concludersi. Il pullman che avrebbe dovuto riportarli indietro era già con il motore acceso e qualche operatore aveva dato indicazioni ai piccoli di salire a bordo. Vincenzo avrebbe indugiato, sarebbe stato attratto dalle altalene e da quel pozzo e sarebbe stato pure ripreso da un volontario, che lo avrebbe invitato a scendere dalla copertura della cavità. Il piccolo, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, avrebbe acconsentito a quell’invito, salvo poi tornare indietro. Da lì a poco si è consumata la tragedia con il bambino che è finito in quella cavità, per metà coperta d’acqua. La copertura avrebbe ceduto sotto il suo peso, forse perché il bambino vi saltava sopra.
Quando il bambino è finito in fondo al pozzo, l'operatrice di 54 anni ha provato a salvarlo, calandosi con delle corde all’interno del pozzo, ma non è riuscita nel suo intento, anzi è rimasta incastrata nell’area intermedia, tra la superficie e l’acqua. La donna, recuperata dai vigili del fuoco, è stata trasportata all’ospedale Umberto I di Siracusa in stato di shock. I pompieri hanno tentato di salvare il bambino, ma senza esito. «Siamo subito intervenuti quando ci è arrivata la chiamata di soccorso – racconta il comandante provinciale dei vigili del Fuoco Ugo Macchiarella -. Una volta arrivata sul posto la squadra, i vigili del fuoco si sono immediatamente calati nel pozzo e sono riusciti a recuperare la donna in vita, che è stata affidata ai sanitari. Purtroppo per il piccolo non c’è stato nulla da fare, abbiamo tentato il possibile, ma quando lo abbiamo recuperato, era già morto».
Caricamento commenti
Commenta la notizia