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Gli Usa accusano: la Russia giustizia i soldati che non eseguono gli ordini

Mosca: «Un drone dell'Ucraina esploso vicino alla centrale nucleare di Kursk»

La centrale nucleare di Kursk

Gli Stati Uniti che accusano la Russia di uccidere i soldati che si ritirano dalle battaglie in Ucraina, Mosca che accusa Kiev di aver tentato di attaccare una centrale nucleare in territorio russo. A 611 giorni dall’inizio del conflitto ucraino, la guerra di propaganda si sovrappone a quella vera, impantanata tra bombardamenti e combattimenti di terra che pure non sembrano segnare una svolta, né in un senso né nell’altro.

Le accuse americane

La Russia ha «ordinato più volte l’esecuzione dei soldati che non obbedivano agli ordini in Ucraina», ha denunciato il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby, convinto che Mosca «non tiene in nessun modo alla vita dei propri militari». Washington ha informazioni secondo le quali l’Esercito russo ha subito perdite «significative» in mezzi corazzati e personale nella battaglia di Avdiivka e che «ha effettivamente giustiziato soldati che si rifiutavano di eseguire gli ordini». Ci sarebbero infatti diversi casi di ammutinamento.

La pratica delle unità di retroguardia schierate come una «barriera» per impedire la fuga dei soldati dalla prima linea appartiene alla storia militare russa moderna, venne battezzata addirittura da Leon Trotsky nel 1918, nel corso della guerra civile. E non è la prima volta che Mosca viene accusata: in Ucraina avrebbe dapprima utilizzato le unità cecene di Ramzan Kadyrov, poi quelle della Wagner, in particolare contro gli ex detenuti arruolati che tentavano la fuga. Giusto un anno fa erano stati gli 007 di Londra a ipotizzare il dispiegamento di unità interne all’Esercito per questo brutale compito.

La centrale nucleare

Mosca, intanto, è tornata a bombardare pesantemente la regione nord-orientale di Sumy e nel diluvio di artiglieria è rimasto ucciso un sedicenne. La Russia denuncia altresì di avere sventato un attacco di Kiev contro la centrale nucleare di Kursk (nella foto), nei pressi del confine. Tre i droni impiegati, secondo le fonti russe, uno di questi, intercettato, è esploso vicino a un sito di stoccaggio di scorie nucleari. Un altro è stato trovato inesploso mentre il terzo è stato abbattuto. «Questo incidente non ha influenzato il funzionamento della centrale», recita una nota ufficiale. Anche i livelli di radiazione nella città di Kurchatov, dove ha sede l’impianto, «rientrano nella norma».

La diplomazia

Sul fronte diplomatico infine, c’è grande attesa alla vigilia dei due giorni del vertice per la pace convocato da Kiev a Malta. «Parteciperanno funzionari di 70 Paesi», per discutere la formula in dieci punti messa a punto dagli ucraini, assicura un consigliere del presidente Volodymyr Zelensky. Mistero sui partecipanti, «per impedire a Mosca di fare pressioni», ma ci dovrebbero essere diversi Paesi arabi. Assente di riguardo la Cina.

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