Musumeci tace su Micciché, non commenta la sfida lanciatagli dal leader di Forza Italia nella corsa a Palazzo d'Orleans. Il presidente sceglie una linea attendista, per non alimentare polemiche con partiti che ancora ritiene di poter ricondurre nell'alleanza che lo sosterrà.
E dunque il day after dell'annuncio di Gianfranco Micciché, pronto a candidarsi alla presidenza della Regione lascia spazio a retroscena alimentati dai sussurri che arrivano dai palazzi della politica.
Musumeci ha scelto una linea attendista perché gli assessori Marco Falcone e Gaetano Armao, i forzisti a lui più vicini, continuano a rassicurarlo sul fatto che non c'è la condivisione di tutti i berlusconiani intorno a Micciché. Né quella dello stesso Berlusconi.
E su questo si sono moltiplicate le indiscrezioni. Le voci che annunciavano per imminente una precisazione (al ribasso) da Arcore sulla candidatura di Micciché non hanno avuto verifica. Mentre Micciché continua ad assicura di aver parlato con Berlusconi anticipandogli l’idea di candidarsi.
E va detto che la linea di Micciché è confermata dai deputati forzisti a Roma. «L'investitura di Miccichè è stata condivisa dal partito e concordata con Berlusconi» ha detto la deputata nazionale Matilde Siracusano. E la collega Gabriella Giammanco ha aggiunto: «Retroscena e ricostruzioni che raccontano disappunti e malumori lasciano il tempo che trovano. La decisione è condivisa da Berlusconi». Al suo fianco Micciché avrà anche una componente in continua crescita nel partito, il coordinamento regionale di Forza Italia Giovani guidato da Andrea Mineo: «Sento di spaccature e divisioni che non ci sono mai state. Il consenso nei confronti di Miccichè è sempre stato unanime».
A questo punto, con un centrodestra già diviso fra due candidati, sarà decisiva la presa di posizione di Udc e Lega. Che finora hanno volutamente evitato di schierarsi. L'Udc oggi ha solo precisato con il segretario Decio Terrana di essere contrario a qualsiasi ipotesi di allargamento dell'alleanza al Pd e dunque allo scenario – non escluso da Micciché – che prevederebbe la possibilità di replicare in Sicilia la maggioranza che a Roma sostiene Draghi.
Infine, è sull'eurodeputata Caterina Chinnici che il Pd sta puntando per provare a far convergere l’area moderata nella costruzione di quel campo largo che permetterebbe ai Dem di approfittare delle spaccature nel centrodestra ed evitare di ritrovarsi nel pantano se i 5S non dovessero trovare la quadra. Da qualche settimana il nome dell’ex assessore nella giunta di Raffaele Lombardo è il fulcro dei colloqui dei Dem con chi sta ragionando alla creazione del Centro come possibile via d’uscita dalle sabbie mobili.
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