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Morte di Angelo De Simone a Siracusa, la mamma: "Impossibile che si sia ucciso"

"È assurdo che con i nuovi elementi emersi si continui a ritenere la morte di mio figlio un suicidio, occorre riaprire l'inchiesta". È l'appello di Patrizia Ninelli, madre di Angelo De Simone, il ventisettenne trovato senza vita nella sua abitazione il 16 febbraio 2016, che contesta la decisione della Procura di chiedere l'archiviazione del caso, ritenendolo un suicidio.

La difesa della famiglia, assistita dall'avvocato David Buscema, però, nella sua opposizione al gip ha fornito dei nuovi riscontri che farebbero supporre ad un omicidio del giovane. Le cause, secondo la ricostruzione del difensore, sono da ricercare in debito contratto proprio dal ventisettenne con una gang della città, specializzata nel traffico di stupefacenti.

A parlare di questo delitto, nei mesi successivi al decesso del ventisettenne, è stato un collaboratore di giustizia, Mattia Greco, che ai magistrati avrebbe raccontato di aver saputo da un detenuto, conosciuto in carcere, della spedizione punitiva organizzata per ammazzare il ragazzo.

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