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Noi e l’Orto botanico, Orlando: “Piani per valorizzare i grandi giardini” - Le foto

Il sindaco: Villa Giulia? Entro l’anno riapriremo il cancello sul Foro Italico

All’Orto Botanico di Palermo si cambia. Francesco Maria Raimondo, direttore da 21 anni, lascia. E racconta l’Orto, le sue meraviglie e le sue prospettive (ieri la prima puntata). Gli scatti sono di Giovanni Pepi. Sono stati «postati» su Instagram e vi proponiamo quelli che hanno ricevuto il maggior numero di «like». Ma cos’è l’Orto oggi? Quali sono le sue prospettive? Parliamone. Oggi intervistiamo il sindaco di Palermo e presidente dell’Anci Sicilia Leoluca Orlando.

 

«Quotidianità e progettualità. Ma smettiamola con gli allarmismi, con i sequestri sbandierati, con tutto questo bailamme di parole quando quello che serve è ritornare alla quotidianità. Che non è sinonimo di abbandono, incuria e disprezzo». Il sindaco Leoluca Orlando apprezza la campagna del Giornale di Sicilia su Villa Giulia e l’Orto Botanico, ma vorrebbe che tutto rientrasse nel lavoro di recupero della città portato avanti dall’amministrazione comunale. «Apprezzo l’attenzione dedicata all’Orto Botanico – spiega –, ma è proprio questa linea a suscitare una serie di considerazioni. Abbiamo l’esigenza di mettere insieme, partendo dalla ricchezza di uno spazio come questo, la dimensione progettuale e la quotidianità. L’una non esclude l’altra, ma la completa. Un sindaco è sottoposto a due diversi giudizi, direi che è chiamato a rispondere sui fatti della sua amministrazione e, nello stesso tempo, deve guardare al futuro».

 Premesso tutto questo, parliamo di recupero. Degli spazi verdi e delle statue, dell’Orto come di Villa Giulia.

«Partiamo dall’Orto Botanico: che manda un messaggio di valore estetico in senso contemplativo e stimolo culturale per un migliore stile di vita. La natura fa parte della nostra vita, lo spiegò nel 1226 San Francesco nel Cantico delle Creature; lo ribadì nel 1858 il capo pellerossa Sealth che parlava di una casa comune, un mondo fatto di cose e esseri umani, la fine della vita e l’inizio della sopravvivenza; e lo ripete oggi Papa Francesco, che parla di deboli, acqua, ecologia della vita. Il riferimento a Dio, qualunque sia il nome che gli uomini gli danno, passa dal creatore alla natura in senso lato».

Ma l’Orto Botanico nacque come uno spazio accademico chiuso.

«Infatti, ma le cose oggi sono cambiate, non si presenta più come un laboratorio per pochi eletti o studiosi ma evoca la stessa qualità della vita di una città che comprende l’attenzione verso i più deboli o le esperienze esaltanti degli orti condivisi. Lo sguardo della stampa diviene per l’amministrazione comunale e tutti i cittadini, un monito ed invito al rispetto della bellezza. Dell’Orto Botanico va apprezzata la sua continua e crescente apertura all’esterno, e in questo ambito va letto anche il varco su Villa Giulia, dopo anni di chiusura e isolamento».

Un tempo Villa Giulia guardava al mare. Oggi presenta una cancellata triste e dimenticata...

«Ritornerà presto il suo water front, collegato idealmente al centro storico e alla piazza recuperata dello Spasimo. Entro l’anno è prevista la riapertura del cancello sul Foro Italico. Con l’Orto Botanico, la villa sta vivendo una stagione positiva che costituisce stimolo a continuare e un forte richiamo alla responsabilità di chi dovrà sostituire Francesco Raimondo che per legge ha terminato il suo mandato di direttore dell’Orto».

Avete pensato a qualcuno? Sarà l’Università a decidere o anche il Comune potrà interagire?

«Ovviamente l’Università. La domanda è comunque la conferma che l’Orto Botanico va visto come patrimonio dell’intera città».

Una nuova vita per i due spazi verdi che si abbracciano l’uno l’altro?

«Abbiamo superato un censurabile e censurato sequestro, dovuto a un’inaccettabile lacuna istruttoria sancita in via definitiva dalla Cassazione. Non si è tenuto conto che alcune statue erano state, nel lontano passato, mutilate dagli immancabili incivili presenti nella comunità palermitana. Che questa amministrazione non ha voluto collocare una testa di plastica o mani di ceroplasta, ma ha preferito avere cura degli spazi complessivi della villa, storicizzandoli; e ha istituito un capo area verde responsabile la cui cura e custodia hanno di certo evitato ulteriori mutilazioni e scempi. L’assessore al centro storico e l’assessore al verde, superato questo sequestro infondato, sono in contatto con la Soprintendenza per programmare insieme modalità e tempi di intervento sui beni storici monumentali di Villa Giulia. Il progetto sarà costruito con la Soprintendenza, i fondi a carico del Comune».

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