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Regionali in pensione in anticipo, a un mese dal via la riforma ancora non decolla

A un mese dalla riforma poche le domande di chi vuole andare in quiescenza in anticipo. C’è il nodo del calcolo dell’assegno

PALERMO. La corsa al prepensionamento non è scattata. A un mese dal via pochi, pochissimi, si sono fatti avanti presentando la domanda alla Regione. E all’assessorato alla Funzione pubblica si teme che fin quando non verrà introdotta la possibilità di revocare la domanda, e approvata all’Ars la correzione della riforma, non ci saranno i numeri da esodo annunciati alla vigilia.

Numeri ufficiali non ce ne sono ancora. Ma i sindacati da giorni segnalano che sugli oltre mille regionali che hanno i requisiti per andare in prepensionamento, solo qualche decina si è fatta avanti. Luciana Giammanco, dirigente generale della Funzione pubblica, precisa: «Non abbiamo ancora fatto un calcolo delle domande arrivate ma è vero che non sono molte. Il punto è che c’è ancora tempo e a questo punto temiamo che arrivino proprio l’ultimo giorno perchè tutti stanno attendendo le modifiche alla norma e l’introduzione della revocabilità della domanda. Se non si sciolgono questi nodi, chi può prenderà ancora tempo».

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