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Franchi tiratori nella maggioranza. Stop alla riforma delle Province, bufera sul Governo

PALERMO. Addio riforma delle Province. L’Assemblea regionale ha approvato una proposta del Movimento Cinque Stelle e dell'Mpa che sopprime il primo articolo della legge, quello che di fatto istituisce i liberi consorzi e le città metropolitane. Cade così l’impianto della norma fortemente voluta dal governo Crocetta e che viene rinviata a questo punto a dopo l’approvazione della Finanziaria, così come aveva richiesto il centrodestra, con i deputati di opposizione che in Aula hanno festeggiato con abbracci e applausi l’esito del voto.

L'emendamento è stato approvato col voto segreto di 36 parlamentari mentre solo in 22 si sono opposti. Il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ha spiegato che in mattinata aveva provato “a trovare soluzioni condivise perché le riforme si scrivono tutti insieme, dobbiamo essere d’accordo”. E ha invitato i deputati “a votare una proroga per i commissari” in scadenza proprio oggi, perché dovranno gestire in questo periodo gli enti non ancora soppressi. Prima del voto l'assessore alla Funzione pubblica, Leotta, aveva aperto alla possibilità di apportare modifiche al testo. Ma l'appello non è servito.

BAGARRE ALL’ARS. "Tutti a casa" è il grido partito dai banchi delle opposizioni dell'Assemblea siciliana quando il presidente Giovanni Ardizzone comunicando l'esito favorevole del voto segreto all'emendamento del M5s che ha affossato la riforma delle Province, ha detto "la legge è finita". Proprio i 5stelle ieri, d'accordo il centrodestra, avevano chiesto il rinvio della trattazione della riforma per dare modo all'Ars di concentrarsi su bilancio e finanziaria ma la proposta, messa ai voti, non era passata. Che il percorso comunque fosse in salita era fino troppo evidente: il testo, 47 articoli, era stato caricato di 970 emendamenti, una buona parte a firma di esponenti della maggioranza.

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