PALERMO. Per il governatore Rosario Crocetta «il motivo vero per il quale è stata bloccata la riforma delle Province era far saltare la norma che taglia i costi della politica nei comuni, attraverso la riduzione dei componenti nei Consigli e delle indennità dei consiglieri», norma che avrebbe già potuto dispiegare i propri effetti a poco più di un mese dalle elezioni amministrative. Ma Crocetta annuncia che il governo riproporrà la norma nella finanziaria, da dove era stata stralciata nei giorni scorsi su decisione degli uffici della Presidenza dell'Ars e della commissione Bilancio, per agganciarla alla riforma delle Province, che dopo lo stop di ieri in aula sarà affrontata probabilmente a fine maggio.
«È chiaro che la norma sui costi della politica nei comuni ha ripercussione sul bilancio della Regione - avverte Crocetta - Ed essendo evidente che la riforma delle Province si discuterà dopo il bilancio si pone il tema, quindi riproporremo la norma con la finanziaria». Il governatore è disponibile a rivedere i tagli, recependo quelli contenuti nella legge Delrio meno restrittivi di quelli previsti nella norma del governo. «Siamo orientati ad adeguarci alla normativa nazionale», assicura Crocetta. E avverte: «Non si capirebbe per quale motivo nei comuni delle altre regioni si riducono i costi e in Sicilia no».
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