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Ex Province, la riforma approda all'Ars: niente tagli al personale

Già 900 gli emendamenti presentati. L’attuale stesura prevede sei liberi consorzi. Ma c’è anche la proposta di istituirne un altro a Gela. Non è stato previsto un «piano B» per i dipendenti in caso di esuberi

PALERMO. La legge di riforma delle ormai ex Province arriva martedì in aula. Arriva con 900 emendamenti al seguito, presentati trasversalmente da tutti i gruppi. I temi più «caldi» restano l’elezione di secondo grado e il numero dei Consorzi. La prima stesura ne prevedeva nove (oltre alle tre Città metropolitane), quella attuale sei. Rispunta già l’ipotesi del Libero Consorzio di Gela.

L’emendamento per la sua introduzione porta la firma di Giuseppe Arancio (Pd). «Significa rispettare la volontà dei cittadini - dice Arancio -, a Gela, Niscemi e Piazza Armerina hanno già fatto i referendum scegliendo Gela come capofila di un nuovo Libero Consorzio». Al contrario della legge Delrio, in Sicilia non ci saranno tagli netti al personale ma fra le pieghe delle norme il percorso per i dipendenti delle nove Province è stato indicato ma non interamente tracciato. Liberi Consorzi e Città metropolitane hanno tre mesi di tempo dall’approvazione della legge per definire i fabbisogni e le piante organiche. Un’impostazione che si discosta da quella della legge nazionale che invece prevede tagli già fissati e mobilità verso altri enti locali. Nel resto d’Italia il 50 per cento del personale dei Liberi Consorzi e il 30 per cento di quello delle Città metropolitana sarà trasferito.

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