PALERMO. Un’altra giornata a Roma senza che sia maturato uno straccio di accordo. Alle 18 di ieri Crocetta ha ripreso l’aereo per Palermo annunciando che il tempo dell’attesa è finito: «Con o senza aiuti statali, mercoledì porto il bilancio in giunta. Ci saranno dei tagli e la responsabilità sarà del governo nazionale. I siciliani capiranno». È la linea del Piave che il presidente della Regione è costretto a oltrepassare verso un terreno minato: nella migliore delle ipotesi sarà costretto a ridurre le spese di 800 milioni rispetto al 2014. I tavoli romani attivati da due mesi non sono arrivati a una conclusione. L’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, ormai unico interlocutore del governo nazionale, continua a dirsi sicuro di poter contabilizzare due miliardi. Ma di fronte a un buco che è stimato in almeno 3,2 miliardi, le difficoltà emergono con tutta la loro evidenza. I tagli inseriti in Finanziaria, da approvare faticosamente all’Ars, permetteranno di risparmiare non più di 150 milioni. Il resto verrà recuperato riducendo vari capitoli del bilancio.
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