Giovedì 19 Dicembre 2024

Teatri ed enti culturali siciliani, ecco nel dettaglio tutti i tagli previsti nella Finanziaria

PALERMO. Il taglio per i teatri siciliani sarà di 6 milioni e 784 mila euro. Anche se una parte dei contributi recuperati, 5 milioni, sarà messa a bando dalla Regione. Ma per concorrere bisognerà aver prima tagliato tutti i contratti integrativi interni e aver registrato incassi non inferiori ai finanziamenti ottenuti negli anni scorsi. Eccola la rivoluzione per il mondo dello spettacolo, messa nera su bianco in un articolo della Finanziaria appena depositata e nell’unica tabella che indica finanziamenti. Qualche esempio, lo Stabile di Catania scenderà da un milione e 870 mila euro ricevuti nel 2014 a un milione e 646 mila euro. Il Bellini passa da 14 milioni e 708 mila euro a 13 milioni e 90 mila. La Fondazione Teatro Massimo di Palermo perde 962 mila e passa dagli 8 milioni e 14 mila euro ricevuti l’anno scorso ai 7 milioni e 52 mila euro previsti in questa Finanziaria. Il Brass Group scende da 300 mila a 264 mila euro. Il Biondo scende dai 3 milioni e 8 mila euro dell’anno scorso ai due milioni e 647 mila euro previsti adesso. TaoArte perde 84 mila euro, e 82 mila in meno anche all’Inda di Siracusa. Le Orestiadi di Gibellina avranno 43 mila euro in meno. I soldi recuperati vanno a creare il Fondo Unico regionale per lo spettacolo «al quale potranno accedere tutti gli enti e gli organismi, sia pubblici che privati, del mondo dello spettacolo». A patto però che «abbiano sede legale in Sicilia da almeno tre anni». Le percentuali di ripartizione fra i settori lirico-sinfonico, prosa, musica e danza verranno determinati con delibera della giunta. Ma è già deciso che per accedere al Fondo gli enti dovranno prima tagliare tutti i costosi contratti integrativi aziendali e dovranno dimostrare che i loro incassi sono almeno in linea con «l’ammontare dei contributi pubblici a qualunque titolo ricevuti». Infine «il rapporto tra personale amministrativo e personale totale non deve essere superiore al 40% nel 2015, al 35% nel 2016 e al 30% dal 2017 in poi». L'obiettivo del governo, anche per il mondo dello spettacolo, è «il taglio strutturale dei costi del personale». La Finanziaria indica infine altri tagli per un milione e 790 mila euro che non verranno recuperati in alcun modo. Azzerati i capitoli un tempo destinati ai contributi ai teatri privati (1,1 milioni), all associazioni concertistiche (495 mila euro), alle associazioni bandistiche (45 mila euro), ai teatri a gestione cooperativa (71 mila euro), all’Opera dei Pupi (36 mila euro) e quelli destinati alla stipula di convenzioni con organismi di distribuzione nazionale (38 mila euro). A tutte queste realtà verrà destinata una quota «non inferiore al 60%» del Fondo unico regionale per lo spettacolo.

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