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Permessi, contratti e buonuscita:
i tagli ai regionali nella Finanziaria

Approvate in giunta tutte le norme che riducono i privilegi rispetto agli statali. Dal 2016 equiparate anche le pensioni

PALERMO. Malgrado i due giorni di sciopero già proclamati dai sindacati per martedì e venerdì, passano in giunta tutte le norme che tagliano i privilegi dei regionali rispetto agli statali. È il cuore della Finanziaria targata Crocetta-Baccei, che ieri ha preso il largo verso l’Ars, dove dovrebbe essere approvata entro fine aprile.

Il testo sarà reso pubblico lunedì ma - al netto di modifiche in extremis - ecco le misure principali. Le pensioni La norma di maggiore peso equipara dal 2016 le pensioni regionali a quelle degli statali eliminando, per chi ancora ne usufruiva, la quota di assegno che si calcola col più vantaggioso metodo retributivo (tarato sull’ultima busta paga e non sui contributi versati). È una misura che riguarda i 7.500 dipendenti assunti prima del 1986, che non erano stati colpiti dai tagli del 2003. Coinvolti anche i dipendenti di Istituti regionali d’arte e professionali, scuole materne e sussidiarie.

La perdita sarà del 20% (mediamente 600 euro lorde al mese) ma se questo personale opterà per il prepensionamento, perderà solo la metà. Il risparmio frutto dell’equiparazione al sistema statale non è stato calcolato ma è stimato fra i 50 e 100 milioni all’anno.

 

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