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Dai precari agli enti, "bilancio senza coperture": lo Stato boccia i conti della Sicilia

Il governo nazionale contesta la mancata corrispondenza fra entrate e spese. Sarà il consiglio dei ministri a decidere in una seduta di martedì. Nel documento economico di Baccei non ci sarebbero coperture sufficienti

PALERMO. Il governo nazionale contesta il bilancio della Regione. Dopo aver spulciato fra entrate e uscite, per la prima volta la Ragioneria generale dello Stato muove in modo formale dei rilievi sui conti della Sicilia: atto preliminare per una impugnativa del bilancio provvisorio approvato a metà gennaio. Sarà il consiglio dei ministri a decidere, martedì, in una seduta a cui verrà probabilmente chiamato a partecipare anche il presidente Crocetta.

Si apre un braccio di ferro istituzionale senza precedenti. Roma contesta la mancata corrispondenza fra entrate e spese, soprattutto quelle legate al pagamento dei precari e al finanziamento degli enti regionali. Nel bilancio messo a punto dall’assessore Alessandro Baccei le entrate sarebbero insufficienti a dare copertura certa alle spese, seppure per i primi 4 mesi. L’assessore ha scelto di dare copertura ad alcune spese solo per 4 mesi (tanto dura l’esercizio provvisorio) rinviando tutto alla manovra di maggio. Invece secondo Roma bisognava individuare subito un budget annuale e poi autorizzare spese solo per i primi 4 mesi.

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