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Consorzio autostrade, nessun taglio: stipendi aumentati

Ai dipendenti verranno applicati i livelli retributivi dei regionali. Saranno penalizzati solo i casellanti

PALERMO. Il contratto che doveva tagliare gli stipendi finirà, in molti casi, per aumentarli. E così al Consorzio autostrade siciliane la delibera che recepisce i livelli retributivi regionali è stata finalmente approvata con tanto di ratifica della giunta Crocetta.

Ultimo atto di una battaglia che ha provocato una valanga di scioperi e scontri politici che all’Ars hanno spaccato la maggioranza. Per la verità Rosario Faraci, presidente del Cas, anticipa che nessuno sa ancora quanto guadagneranno precisamente i 392 dipendenti dal mese prossimo: «Bisognerà fare i conti caso per caso». Ma una cosa è certa: «L’abbandono del contratto nazionale autostrade per recepire quello dei regionali lascerà intatte le busta paga base» confermano sia il presidente che la Cgil.
E allora, per mettere ordine nel caos, bisogna fare un passo indietro. Un anno fa il Cas inizia a lavorare al cambio di contratto perchè recenti pareri giuridici spingono in questa direzione, visto che stiamo parlando di un ente regionale. Immediatamente scoppia lo scontro perchè dal contratto nazionale a quello regionale ci sono delle differenze che sindacati e azienda stimano inizialmente intorno al 20%. In estate viene fuori che alcuni casellanti sommando straordinario e varie indennità riescono a portare a casa anche 2.700 euro al mese. Per questo motivo Faraci ottiene un via libera dalla giunta per tagliare. Manovra che si è completata mercoledì scorso con la presentazione delle tabelle di equiparazione fra i ruoli del Cas e quelli dei dipendenti regionali.

Un documento che non indica alcuna cifra. Ma alla Filt Cgil hanno già fatto i conti: «A livello di stipendio base non cambia praticamente nulla - premette il segretario Franco Spanò -. Ma ci sono due aspetti che avranno un peso notevole. Il contratto autostrade prevede 40 ore settimanali mentre quello dei regionali ne prevede 36». Dunque a parità di stipendio al Cas si lavorerà di meno. E poi c’è il secondo aspetto: «Alcune figure di alto livello - calcola la Cgil - finiranno per guadagnare di più».

A questo punto la protesta - sfociata da un anno in scioperi e audizioni in commissioni Lavoro all’Ars - sembra placata. Condizionale dì’obbligo perchè in realtà c’è ancora una categoria in agitazione. Sono i circa 200 casellanti. Loro perderanno il 90% dello straordinario che facevano fino a poco tempo fa: «La verità - commenta Francesco Conforto, uno degli agenti esattori con impiego full time - è che il nuovo contratto danneggerà solo noi mentre favorirà dirigenti e personale amministrativo. Noi perdiamo gran parte dell’indennità accessoria che invece a livello nazionale viene percepita da tutti quelli che fanno il nostro stesso lavoro. In più perderemo anche parte del tabellare». I casellanti calcolano che la perdita di indennità e salario accessorio corrisponda a un taglio di circa 500/600 euro al mese. Faraci ricorda che i casellanti incassano anche 100 euro al mese come indennità di cassa e alcuni percepiscono altri 60 euro per il lavoro fuori sede. Ora però la partita al Cas si gioca sui turni: bisognerà evitare di programmare straordinario che faccia di nuovo lievitare la spesa. Intanto però Graziella Franchina della Sla Cisal annuncia un ricorso al Tar contro la delibera che trasforma il contratto. Anche perchè viene previsto di adeguare i nuovi livelli retributivi retroattivamente dal 2001 e dunque c’è chi dovrebbe restiuire al Cas quote di stipendi già incassati.

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