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Nigeria, respinto un attacco di Boko Haram

Le stesse fonti hanno aggiunto che i jihadisti hanno minacciato i civili intimando di non votare alle presidenziali del 28 marzo, altrimenti verranno uccisi.

GOMBE. I militari nigeriani hanno affermato d'avere respinto l'attacco lanciato nella mattinata di ieri dai jihadisti di Boko Haram alla città di Gombe nel nord-est del Paese - già assaltata a dicembre - in un'azione coordinata con truppe di terra e due caccia. Testimoni hanno riferito che i Boko Haram sono partiti abbandonando alcuni veicoli con decine di corpi. Le stesse fonti hanno aggiunto che i jihadisti hanno minacciato i civili intimando di non votare alle presidenziali del 28 marzo, altrimenti verranno uccisi.

Intanto ieri c'è stato il primo raid di Boko Haram in Ciad: un raid mordi e fuggi, case e capanne date alle fiamme, civili trucidati. La tattica di guerriglia rimane sempre la stessa. La furia distruttiva dei Boko Haram non si arresta, ma avanza senza sosta. L'attacco contro il villaggio di Ngouboua è un messaggio diretto che i miliziani hanno voluto recapitare alle autorità di N'Djamena, che vanno punite per la loro adesione alla forza internazionale panafricana anti-jihadista.

«Almeno una decina di civili sono stati uccisi dai fondamentalisti islamici, tra cui il capo del villaggio», hanno riferito testimoni, secondo il sito di informazione Koaci. Un bilancio che però al momento non è verificabile da fonti giornalistiche indipendenti. Gli estremisti, una trentina in tutto - ha scritto la Bbc online - hanno attraversato il Lago Ciad a bordo di quattro piroghe e poi hanno dato fuoco al villaggio sulle sponde del lago, compiendo un'ennesima barbarie, prima di essere respinti dall'esercito. Altro invece il bilancio reso noto dal colonnello Azem Bermandoa, secondo il quale gli spietati miliziani hanno ucciso un soldato e ne hanno feriti altri quattro.

Secondo un analista alla Bbc, gli integralisti vogliono mostrare al mondo di essere in grado di colpire quando e dove vogliono, trasformando così quella che in principio era un'azione di guerriglia locale circoscritta alla Nigeria in una vera e propria guerra transnazionale. Un piano che trova riscontro nei folli proclami lanciati lunedì scorso proprio dallo stesso leader dell'organizzazione Abubakar Shekau, che dichiara di ispirarsi al «Califfo» dell'Isis, Abubakr al-Baghdadi. Con un messaggio postato sul web il capo dei jihadisti nigeriani ha infatti minacciato l'Unione Africana - che ha deciso di costituire una forza multinazionale di 8.750 uomini contro i terroristi nigeriani - e ha promesso che catturerà e ucciderà uno ad uno tutti i soldati africani.

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