ROMA. «Confido che Forza Italia voglia comunque portare il suo contributo sulle riforme, ma ci aspettiamo che d'ora in poi il pensiero di Berlusconi possa cambiare tutti i giorni sulla base degli umori di quelli che gli stanno attorno. Noi dobbiamo rispettare il suo partito perchè è giusto. Ma faremo capire a lui e agli italiani che è finito il tempo in cui Berlusconi metteva i veti. Vogliamo essere chiari: se non ci sta, noi andiamo avanti lo stesso. Sulla riforma costituzionale abbiamo un consenso molto ampio. Quanto alla legge elettorale, l'unico punto su cui c'è discussione è quello che sta più a cuore a Berlusconi, ovvero i 100 capilista bloccati. Se Forza Italia non sarà della partita, ne prenderemo atto e faremo le scelte che riterremo giuste in Aula». A dirlo Lorenzo Guerini, vicesegretario Pd, in un'intervista al Corriere della Sera.
«Dentro il Pd e dentro la maggioranza c'è un'intesa molto alta sulle soglie, sul premio di lista, sul 40% per accedere al premio di maggioranza», rileva Guerini.
«C'è un solo punto ancora in discussione: il numero dei capilista. Se Berlusconi si chiama fuori, decide lui il suo destino. Secondo me commette un errore. E lo farebbe anche contro il suo interesse».
Guerini smentisce l'esistenza di una campagna acquisti. «L'arrivo dei parlamentari di Scelta civica - rileva - non cambia nulla, perchè erano già in maggioranza. I paralleli con il passato sono fuorvianti. A quei tempi, eletti del centrosinistra passarono nella maggioranza».
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