PALERMO. “Riconsegnare i beni confiscati alla società civile è un percorso ancora troppo lento. Occorre cambiare volto all’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati, dandole un imprinting più imprenditoriale e meno da custode giudiziario. A dirigerla, inoltre, non deve per forza essere un prefetto della Repubblica”. A dirlo è Claudio Fava, onorevole di Sel e vicepresidente della Commissione parlamentare Antimafia, intervenuto stamattina in diretta a Ditelo a Rgs. Sulla possibilità di assegnare gli alloggi confiscati alle famiglie senza casa, impegno che è stato confermato in questi giorni anche dal prefetto dell’Agenzia dei beni sequestrati Umberto Postiglione, che ha parlato di più mille immobili disponibili, Fava presenta però i limiti che segnano l’operato dell’Agenzia: “Lenta rispetto alla velocità con cui le mafie hanno saputo cambiare settore di investimento: non più immobili o terreni, ma quote finanziarie e aziende”. Tra le proposte di riforma, fatte e avanzate dalla Commissione e firmate dalle due Camere, anche la richiesta al Governo di prevedere una direzione dell’Agenzia che non sia solo affidata a un prefetto della Repubblica: “Che ha più capacità nella custodia giudiziaria e meno competenze manageriali per gestire questo immenso patrimonio” conclude Fava.