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Caltanissetta, l'allarme dei commercianti:
"L'isola pedonale ci rovinerà"

Ma dall’amministrazione comunale non arriva per adesso alcuna apertura. L’assessore Falci: «Se nei primi dieci giorni di lavori ci accorgeremo che le cose non vanno siamo pronti a cambiare»

CALTANISSETTA. A grandi passi si avvicina la chiusura (lunedì, per lavori) di corso Vittorio Emanuele ma dal mondo del commercio e dalle organizzazioni che lo rappresenta si alza forte il grido: sospendiamo l'isola pedonale, sarà la nostra rovina. La politica, cautamente, invoca la convocazione di un consiglio comunale, ma dagli operatori commerciali - singolarmente e in delegazione - viene invocata la riapertura al transito autoveicolare di corso Umberto. L'amministrazione comunale, dal canto, è ferma nella decisione di mantenere l'isola pedonale: «Se nei primi dieci giorni di lavori - ha dichiarato l'assessore Amedeo Falci - ci accorgeremo che le cose non vanno siamo pronti a cambiare». Ieri, però, è intervenuta la Confesercenti con una lunghissima nota («Se chiude il commercio chiude la città, se vive il commercio vive la città») del presidente Lillo Randazzo che definisce "eroi" chi ancora resiste in centro storico. «L'isola pedonale di corso Umberto - ha scritto - deve essere riaperta per dare sfogo non solo al traffico che di sicuro si imbottiglierà all'altezza di piazza Garibaldi, ma soprattutto per cercare di dare linfa vitale a quelle attività commerciali, professionali e dei servizi che, ancora oggi da eroi, tentano di sopravvivere, non abbandonando quel tessuto sociale in cui sono cresciute. Evitano la desertificazione del centro storico e salvaguardano tutti quei valori economici, sociali e culturali che ci hanno contraddistinto e inorgoglito negli anni trascorsi (la piccola Atene)». Randazzo ha ripercorso le tappe che hanno preceduto la chiusura di corso Vittorio Emanuele: «Nei diversi incontri con sindaco ed assessori - ha rilevato -abbiamo chiesto con voce unanime assieme alle altre organizzazioni datoriali e dei commercianti di riaprire corso Umberto, non perché preventivamente si è contrari all'isola pedonale, anzi. Abbiamo cercato di trasmettere che in momenti eccezionali, crisi economica, lavori in corso Vittorio Emanuele, quartiere Provvidenza ed in tutte le altre zone che saranno inevitabilmente interessate per il rifacimento ripristino della rete idrica più l' apertura delle scuole - ha aggiunto - significherà per i consumatori nisseni un solo messaggio: per sei mesi andate altrove anziché al centro storico. E a chi vi abita: arrangiatevi». Randazzo avanza perplessità sul metodo di democrazia partecipata: «Insistere testardamente nella decisione di chiusura delle zone - ha scritto il numero uno di Confesercenti - senza ascoltare le ragioni di chi vi abita e lavora, pensiamo sia la posizione di colui che dice: vi ascolto perché voglio dimostrarvi che sono democratico ma decido senza tener conto delle vostre ragioni. Concetto strano di Democrazia partecipata! Noi abbiamo scelto la via democratica, la strada che da sempre ci ha contraddistinto che è stata ed è la nostra stella polare. Chi tira troppo la corda rischia di romperla. Assumendosi, in caso di insuccesso, le responsabilità politiche, sociali ed economiche che ne deriveranno. Apprendiamo con soddisfazione dalla stampa locale che alcune componenti politiche di maggioranza, iniziano a rendersi conto che la collettività nissena, non è soddisfatta poiché non tenuta nella giusta considerazione, va ascoltata. Chiediamo ascolto - ha concluso - riflessione e condivisione evitiamo di mandare in tilt il traffico e la città, riapriamo corso Umberto, rimandando tutto ad un piano definitivo di traffico e di sviluppo a dopo la conclusione dei lavori».

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