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Incastrati dal Dna: in due arrestati per rapina a Gela

GELA. Sono stati traditi dalle tracce di sangue lasciate per terra e dalle immagini interne delle telecamere del negozio. La polizia ha arrestato due degli autori della rapina alla tabaccheria di via Francesco Crispi. In manette sono finiti Salvatore Cannizzaro, 18 anni, sorvegliato speciale, e G. L., di 17 anni. Sono accusati di rapina aggravata e porto abusivo d’armi. L’ordinanza di custodia cautelare è stata firmata dal gip del tribunale di Gela Domenico Stilo e da quello del tribunale minorile, Francesco Pallini su richiesta dei sostituti Serafina Cannatà e Simona Filoni.
I due rapinatori sono stati identificati grazie all’esame del dna ed alle immagini delle telecamere interne della tabaccheria. Nell’occasione il commerciante bloccò uno dei rapinatori, impedendo che portasse via l’incasso.
Il 6 dicembre 2013, quattro persone con il volto travisato, a bordo di due ciclomotori, hanno compiuto una rapina ai danni di una tabaccheria sita in via Francesco Crispi. In particolare, due malviventi, dopo essersi introdotti all’interno dell’esercizio commerciale, minacciarono la dipendente con una pistola costringendola a consegnare l’incasso di circa 400 euro. Uno dei rapinatori, appena uscito dalla tabaccheria, venne bloccato dal titolare del negozio, Francesco Barranco, con il quale ingaggiò una violentissima colluttazione, protrattasi per alcuni minuti alla presenza di numerosi avventori dei quali nessuno pensò d’intervenire (come si evince dal video della rapina fornito dal commissariato di polizia). Per questo motivo, grazie anche all’aiuto degli altri complici nel frattempo intervennero, il rapinatore riuscì ugualmente a darsi alla fuga.
Grazie alla visione delle riprese effettuate dal sistema di videosorveglianza, le indagini si concentrarono verso un gruppo di giovani gelesi, specializzati soprattutto in rapine e furti in appartamenti.
Inoltre, nel corso di una perquisizione domiciliare presso l’abitazione di G. L. è stato trovato un casco uguale a quello indossato da uno dei malviventi al momento della rapina.
Il cerchio si è chiuso quando le indagini sul dna effettuate a carico di Cannizzaro hanno permesso di appurare come il profilo genetico fosse compatibile con quello estrapolato dalle tracce di sangue rinvenute sulla scena del crimine dalla polizia scientifica. A quel punto i due rapinatori sono stati riconosciuti. La polizia sta adesso cercando gli altri complici. Gli investigatori hanno sottolineato come in questo specifico caso nessuno è intervenuto per aiutare il commerciante a bloccare il rapinatore, che malgrado tutto ha sventato il colpo.

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