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Caltanissetta, falso ginecologo sul banco degli imputati

CALTANISSETTA.  Sostituzione di persona ed esercizio abusivo della professione. Sono le imputazioni che pendono su un sospetto falso ginecologo. Un infermiere professionale dell’ospedale «Sant’Elia» che a un paio di donne in gravidanza si sarebbe presentato come ginecologo.
Sul banco degli imputati, sull’onda di questa vicenda a tinte fosche, è finito il sessantatreenne, Leonardo M. (difeso dagli avvocati Walter Tesauro ed Ernesto Brivido), ieri comparso al cospetto del giudice Giuseppina Figliola. E sul pretorio, per raccontare i fatti che hanno poi preceduto la denuncia presentata ai carabinieri, è salita una giovane mamma, J.B. (assistita dall’avvocato Salvatore Tona) a quel tempo ancora in dolce attesa. L’unica di coloro che sarebbero finite nella rete del finto medico che, alla fine, ha chiesto di costituirsi parte civile. Falso medico che, in realtà, non sarebbe riuscito a visitare nessuna delle donne. E non è per una questione di quattrini che avrebbe messo su quella sorta di commedia, concentrata nell’arco di pochissimi giorni e che poi è finita male.

«Con la mia amica e sua nipote - ha spiegato ieri la parte civile - ci siamo recate in ospedale perché lei doveva effettuare una visita ginecologica e ci accompagnarono lo zio e il cugino della mia amica. Prima di andare in ospedale abbiamo preso un caffè al bar e lì si sono accorti di un errore nella richiesta di visita specialistica, ma suo zio disse che conosceva qualcuno in ospedale che poteva aiutarci». Da li a poco s’è presentato al bar quel conoscente che, altri non sarebbe stato che l’infermiere. «Io mi sono allontanata - ha aggiunto la teste - ma poi mi è stato raccontato che lui si è presentato alle altre come dottore ed alla vista della richiesta di visita ginecologica della mia amica ha specificato di essere specializzato proprio in ginecologia. E a questo punto s’è offerto di visitarla e di occuparsi personalmente della prenotazione». L’appuntamento, poi, sarebbe stato fissato per la mattina del 7 marzo di sei anni fa all’interno dell’ospedale. E quel giorno, poco dopo le undici, le donne lo hanno atteso nella zona del pronto soccorso, luogo stabilito. Ma il presunto medico ritardava. Dopo diversi tentativi andati a vuoto sono riusciti a contattarlo al cellulare. «È arrivato - è andata avanti la parte offesa - è ha chiesto alla mia amica di andare da sola, ma la nipote l’ha seguita comunque. Dopo cinque minuti sono tornati e lui ha spiegato che c’era troppa confusione e ci ha invitate a tornare nel pomeriggio. Pioveva e si offrì di darci un passaggio alla stazione... ma guidava in modo spericolato, non consono a un medico e ho sospettato ancor di più che fosse un medico. Si offerto pure di seguire la mia gravidanza e di eseguire personalmente il parto cesareo, ma gli ho risposto che ero già seguita da un mio ginecologo di fiducia... durante il tragitto per la stazione ferroviaria, notata la presenza di acne sul viso della nipote della mia amica, ha insistito per sottoporla a visita ginecologica». Ma il pomeriggio, al successivo appuntamento il falso medico non s’è presentato, asserendo che «non stava bene perché aveva bevuto un po’ troppo». E il nuovo appuntamento è stato fissato per quattro giorni dopo, l’11 di marzo. Sempre in ospedale. Ma anche quel giorno lui non s’è presentato.
A quel punto le due donne, zia e nipote, hanno chiesto informazioni ad un dipendente ospedaliero ed è salto fuori l’inganno: con quel cognome v’era solo un infermiere professionale, nessun ginecologo.

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