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Emergenza sangue a Caltanissetta

Per il centro trasfusionale del Sant'Elia comincia il momento peggiore dovendo fronteggiare emergenze e richieste dai vari reparti

CALTANISSETTA. È arrivata l'estate e con essa, puntuale come ogni anno, scoppia una emergenza destinata secondo gli addetti ai lavori a protrarsi fino a settembre. Comincia a scarseggiare il sangue e la prima pericolosa spia della stagione si è accesa a metà settimana quando è stato mobilitato addirittura l'elisoccorso per reperire ben dodici sacche di un gruppo raro negli ospedali della Sicilia orientale. Serviva per una paziente sottoposta ad intervento chirurgico. La corsa contro il tempo si è conclusa felicemente grazie anche alla mobilitazione del 118, ma resta il problema di fondo legato ad una carenza che si acuisce particolarmente. L'insufficienza più marcata si registra nei gruppi sanguigni cosiddetti negativi i più rari che esistano. Per il centro trasfusionale del Sant'Elia comincia il momento peggiore dovendo fronteggiare emergenze e richieste provenienti dai vari reparti dell'ospedale. Le patologie, purtroppo, non vanno in vacanza e restano sul tappeto i problemi di chi necessita di trasfusioni improvvise (incidenti stradali o altri eventi) o di ricambi a cadenza settimanale come nel caso dei talassemici, centoventi in tutta la città. A fronte di una emergenza crescente il numero delle donazioni subisce un calo che diverrà ancora più drastico nei prossimi due mesi (luglio e agosto) solitamente dedicati alle partenze di massa. Il fabbisogno di sangue nel solo ospedale nisseno viene stimato in seimila sacche l'anno, le donazioni però si fermano a quota cinquemila malgrado gli sforzi davvero lodevoli delle associazioni di volontariato operanti sul territorio che offrono un supporto insostituibile per superare un problema di così vasta portata. Le altre mille sacche arrivano da altri ospedali siciliani collegati in rete e a volte anche dal Nord Italia dove la cultura delle donazioni è sicuramente più diffusa. Il centro trasfusionale dell'ospedale Sant'Elia diretto dalla dottoressa Anna Maria Messana comincia a fare i conti con la drammatica realtà estiva. «La situazione - sostiene Lorenzo Tripoli, vice responsabile del centro - è già critica, registriamo un calo di donazioni al quale cerchiamo di sopperire appoggiandoci ad altri centri ospedalieri siciliani. In settimana abbiamo fatto l'impossibile per trovare le dodici sacche di sangue per una paziente sottoposta a intervento chirurgico. In ogni caso - ha osservato - stiamo per entrare in emergenza che durerà, come avviene ogni anno, fino al 15 settembre. L'appello che posso fare, soprattutto ai giovani appena iscritti alle associazioni, è quello di di donare prima di andare in vacanza. Noi cercheremo di stimolare questo atto d'amore e di solidarietà e, come sempre, giriamo con la nostra autoemoteca nei centri della provincia. Il grosso delle donazioni ci arriva da Fidas, Fratres, Avis e dal gruppo che si è costituito alla Guardia di Finanza. Altri volontari vengono direttamente al nostro centro per effettuare la donazione. Questo resta il momento peggiore dell'anno». Sovente l'ospedale nisseno è costretto a rivolgersi a strutture ospedaliere del Nord e in questo senso le regioni più virtuose e dove c'è più disponibilità di sangue sono l'Emilia, il Piemonte, il Veneto e la Toscana. Da rilevare infine che l'azienda ospedaliera per ogni sacca di sangue fatta arrivare da altri dell'isola spende mediamente ottanta euro.

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