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"Mamme no Muos", blocchi sospesi ma restano i presidi

Le attiviste: "Siamo persone perbene, donne, mamme non violente, che si battono per la tutela della salute di tutti". "Stanno cercando di intimorirci ma non ci riusciranno"

GELA. «Non siamo nè black-bloc e nemmeno no-global, siamo persone perbene, donne, mamme non violente, che si battono per la tutela della salute di tutti, per garantire un ambiente pulito ai propri figli senza Muos e senza più l'inquinamento elettromagnetico delle 43 antenne esistenti». A Niscemi, le «Mamme No Muos» non ci stanno ad apparire come le «cattive e violente» nella contrapposizione con le forze dell'ordine e hanno deciso di sospendere i blocchi  davanti alla base Usa di contrada Ulmo. Una scelta che giunge dopo i due avvisi di garanzia notificati a chi aveva opposto resistenza al passaggio dei militari diretti alla base. «Con questi provvedimenti, che non rimarranno due ma che forse raggiungeranno molte altre di noi - ha detto la coordinatrice del movimento, Concetta Gualato - stanno cercando di intimorirci ma non ci riusciranno: siamo più numerose e più determinate prima».    

Le attiviste infatti, pur sospendendo i blocchi, manterranno i presidi «per vigilare e monitorare la base perchè i lavori rimangano in standby, come noi». «A febbraio, dopo l'avvio della procedura di revoca delle autorizzazioni al Muos e la sospensione dei lavori, - spiega - concordammo con la polizia che non sarebbero più transitati nè operai nè  merci destinati alla contestata costruzione dei radar satellitari e che, pur mantenendo i presidi davanti alla base, sarebbe stato consentito il libero accesso ai militari». «Il 6 marzo però - prosegue -abbiamo scoperto di essere state ingannate perchè alcune di noi hanno riconosciuto tra i soldati a bordo di un convoglio alcuni operai niscemesi travestiti da militari». «Allora esplose la protesta che fu però solo verbale - dice ancora Concetta Gualato - con le mamme che furono caricate dalle forze dell'ordine».

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