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Via Redentore, le famiglie senza casa chiedono aiuti economici e alloggi

«Non possiamo continuare a essere ospiti dei nostri parenti» il monito. Ma non ci sono case popolari disponibili

CALTANISSETTA. «Non possiamo continuare ad essere sempre ospiti dei nostri parenti. Il Comune deve trovare una sistemazione anche per noi». Le otto famiglie di via Redentore che quattro anni fa hanno perso la casa chiedono un alloggio temporaneo o aiuti economici del Comune per prendere in locazione appartamenti a libero mercato. A portare avanti le loro istanze il Movimento Difesa del Cittadino capeggiato da Salvatore Porsio che ieri ha guidato una delegazione a Palazzo del Carmine per un confronto con il vicesindaco Carlo Giarratano. C'è la massima apertura del Comune ad affrontare la spinosa questione ma la disponibilità di alloggi Iacp in città è pari allo zero. L'unica soluzione, prospettata dalle otto famiglie, sarebbe quella di poter utilizzare gli appartamentini (sei in tutto) dell'ex caserma dei carabinieri a Santa Barbara chiusa la scorsa estate. «Non si può lasciare in queste condizioni famiglie - ha dichiarato Porsio - che vivono dal 2009 ospiti di congiunti. Un dramma se si pensa che fra loro ci sono disabili o anziani. Abbiamo bussato alle porte del Comune trovando sincera disponibilità nel vicesindaco Giarratano, in un modo o nell'altro, anche con l'intervento dei servizi sociali, una soluzione va trovata». L'odissea di questi otto nuclei familiari è iniziata nel marzo del 2009 quando l'edificio a cinque elevazioni di via Redentore venne dichiarato inagibile e abbattuto nel 2010. Ventidue persone, dopo una breve permanenza in alberghi cittadini a carico del Comune, hanno trovato riparo fra parenti e amici. L'area, ceduta gratuitamente dai proprietari al Comune, è adesso nella disponibilità dell'Istituto Case Popolari impegnatosi a riedificare nello stesso punto l'immobile con le medesime caratteristiche di quello demolito. La pratica però marcia a rilento. Secondo la convenzione stipulata con il Comune, lo Iacp dovrebbe iniziare a costruire a partire dal prossimo giugno ultimando i lavori entro tre anni. Gli otto nuclei, insomma, dovrebbero «pazientare» fino al 2016 prima di poter tornare, stavolta da affittuari, nell'edificio che lo Iacp si è impegnato a ricostruire con una spesa che sfiora i due milioni di euro. Sondaggi e progetto generale sono stati ultimati e c'è pure la concessione edilizia. In attesa della riedificazione su come e dove ospitare le famiglie di via Redentore in settimana ci sarà un tavolo tecnico fra Comune , Iacp e Movimento Difesa del Cittadino. 

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