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Una sfida che si rinnova nel segno della storia

Un giornale di servizio e non al servizio. Un giornale di opinioni e non di opinione. Un giornale dalla parte dei lettori, prima ancora che per i lettori.

Questo è il mantra che mi accompagna da oltre 30 anni, ogni volta che entro nella redazione del Giornale di Sicilia. E che da sempre condivido, in vari ruoli, con tutta la straordinaria squadra di colleghi che ogni giorno partorisce un prodotto pensato, studiato e realizzato con un solo obiettivo: garantire informazione vera e affidabile, imparziale e obiettiva.

Una zattera chiamata a galleggiare nelle paludi spesso torbide e melmose di questa sgangherata era social. Ma sulla quale portiamo sopra, ben saldo e con orgoglio, un bagaglio di professionalità e credibilità sedimentati in oltre 160 anni di storia.

Perché della Sicilia e dell'Italia questo giornale ha cominciato a raccontare fatti e misfatti prima ancora che la Sicilia diventasse una regione di questo straordinario Paese. E prima ancora che questo straordinario Paese diventasse un'Italia unica e – più o meno - unita.

Un'epopea figlia della passione etica e dell'impegno imprenditoriale della famiglia Ardizzone. In particolare di Antonio Ardizzone che, negli ultimi 40 anni, di questo giornale è stato cuore, stomaco e cervello. Anima e soffio vitale.

Un'eredità difficile ma di grande fascino. Raccolta 4 anni fa dalla Società Editrice Sud, che sul futuro di questa testata e in generale dell'informazione nel Mezzogiorno ha creduto fortemente, al punto da diventarne gruppo leader. E che adesso chiude la transizione con il cambio di direzione.

Non sposta la missione storica di questo giornale. Ma ne rinnova la forza e le sfide per il futuro. Nella consapevolezza che dell'auspicato e si spera non più remoto rinascimento planetario nell'era del post (speriamo) Covid dovremo essere non solo semplici narratori, ma concreti protagonisti. Lo dobbiamo all'alto valore democratico e sociale che l'Informazione non ha mai smesso per un solo attimo di rappresentare. Col consenso di chi legge e nonostante il pregiudizio di chi non legge o – ahinoi - non ha mai letto un giornale.

Non ci spaventa il futuro. Abbiamo la nostra storia ad accompagnarci. Ma dalle crisi ci si difende e le crisi si aggrediscono. Ed è quello che facciamo oggi e intendiamo fare domani, sotto l'egida e la ferma volontà della Ses.

Anche per questo, presto i nostri lettori saranno chiamati a sfogliare e giudicare un Giornale di Sicilia ancora più nuovo, ancora più giovane, ancora più moderno. Proiettato nel futuro. Ma sempre dritto. Di schiena e di rotta. Consapevoli che navighiamo in un mare periglioso. Ma convinti di fare ancora un lavoro meraviglioso.

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