PALERMO. «Dopo Napolitano un altro Napolitano». Con questa immagine Antonio Polito, direttore de “Il Corriere del Mezzogiorno” ed editorialista de “Il Corriere della Sera” sintetizza il suo giudizio sul discorso di fine anno del presidente della Repubblica che, come egli stesso ha annunciato sarà l'ultimo del suo doppio mandato.
Perché dice che dopo Napolitano serve un altro Napolitano?
«Perché nel suo discorso il presidente della Repubblica ha spiegato bene le ragioni delle dimissioni lasciando intendere che c'è ancora un pezzo di strada da fare e il percorso della transizione non è concluso. Lui, però, non se la sente più di andare avanti e passa il testimone ad un personaggio più giovane».
Novant'anni pesano per tutti. Soprattutto per un uomo gravato da tante responsabilità come l'inquilino del Quirinale. Perché trova così strana l'accentuazione che è data a questa parte del discorso di fine anno?
«Sono stato molto colpito da questa confessione fatta da Napolitano davanti a milioni di spettatori. Un'ammissione di debolezza che non mi sarei aspettato. Rivendica l'orgoglio di uscire a testa alta dal Quirinale decidendo lui e non un eventuale malanno, i tempi e le modalità dell'uscita».
Perché tanta fretta. È malato?
«Il presidente, a quanto mi risulta, sta ancora bene ma sente ovviamente il peso dell'età ed evidentemente non vuole creare instabilità istituzionale nel caso dovessero arrivare delle complicazioni alla salute. Mi è sembrato un atto di rispetto nei confronti del Paese che, fra l'altro toglie di mezzo tutte le fantasie di queste ultime settimane».
Che cosa intende dire?
«Renzi avrebbe gradito che Napolitano restasse al suo posto visto che le elezioni del successore diventeranno un banco di prova importante per la sua maggioranza. Non a caso in questi mesi si erano sprecate le ricostruzioni per individuare lo stato dei rapporti tra il Quirinale e Palazzo Chigi. Qualcuno, addirittura, si era spinto a dire che il presidente voleva dare una mano alla minoranza del Pd nell'opposizione a Renzi per indebolirne la leadership».
E invece?
«Invece niente di tutto questo. Solo il gesto umanissimo di un signore anziano che vuole evitare di far diventare un fatto pubblico eventuali problemi di salute causati dall'età avanzata».
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