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Da Renzi l'apprezzamento per Napolitano, ma la politica si divide

ROMA. Un grazie, immediato e fragoroso arriva da Matteo Renzi e da tutto il Pd, ai quali si uniscono, all'unisono, i componenti dell'area centrista. Ma l'ultimo messaggio di fine anno del presidente Giorgio Napolitano prima delle sue dimissioni innesca anche una girandola di critiche e dure reazioni, tutte concentrate nelle forze dell'opposizione e che hanno nel 'contro-discorso' di Beppe Grillo e nella bocciatura «su tutta la linea» gridata dal leader della Lega Matteo Salvini il loro simbolico apice.

Tra i primi a commentare un discorso che è anche un addio agli italiani, è proprio il premier Renzi, che negli ultimi mesi ha formato con il Capo dello Stato un vero e proprio asse sulle riforme. «Nove anni di servizio, autorevolezza, responsabilità. Un Presidente cui oggi possiamo solo dire grazie Giorgio», twitta da Courmayeur Renzi, coniando un hashtag sulle parole di Napolitano - «#mettiamocelatutta» - e telefonando, subito dopo il discorso in tv, al Capo dello Stato. Immediato anche l'apprezzamento del presidente del Senato Pietro Grasso, che oltre a sottolineare la «profonda» gratitudine a Napolitano, ne rimarca il richiamo a terminare le riforme e le «parole durissime» contro i corrotti. Una battaglia, quella contro la corruzione, che Grasso condivide appieno esortando anche oggi il Parlamento a dare seguito alle parole dell'inquilino del Colle.

E se la presidente della Camera Laura Boldrini evidenzia come, «ancora una volta il Paese, si riconosca» in Napolitano, unanime è il plauso del Pd verso «il padre della patria». E il Pd, rimarca il vicesegretario Lorenzo Guerini, si «sente impegnato dalle sue parole a procedere nel cammino delle riforme». Un «grazie» arriva anche dai centristi e in particolare da Ncd - che proprio oggi trova in FI una sponda per un dialogo sulla partita della successione - con Angelino Alfano che osserva come «sia difficile» succedere all'attuale Capo dello Stato.

Un 'novennato', quello di Napolitano, che, al pari del messaggio di questa sera, negli ultimi tempi ha anche diviso la politica, trovando spesso la trincea delle opposizioni. «Magari il 2015 ci regala le sue dimissioni», attacca il leader del M5S Beppe Grillo nel suo 'controdiscorso', nel quale accusa il Capo dello Stato di aver «condiviso e sponsorizzato questo sfacelo». «Un discorso vuoto e penoso, da bocciare su tutta la linea», attacca Salvini.

Fa rumore, invece, il silenzio di Silvio Berlusconi: pesano, probabilmente, i rapporti, spesso tesi, intercorsi dal 2011 tra l'ex premier e il Quirinale e non a caso ad intervenire è il 'falco' Renato Brunetta, che attacca: Napolitano è sempre stato
dalla parte della sinistra, «ha fallito». Ma anche nel Pd c'è, finora unica, una voce fuori dal coro, quella di Pippo Civati.
L'esponente Dem mantiene una linea ben distinta da quella del suo segretario e osserva: «poteva essere il discorso di nove
anni fa», speriamo che il successore abbia la sua «stessa coerenza ma non le stesse idee».

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