PALERMO. «La situazione dei conti pubblici regionali per il 2015 è così grave che mette a rischio gli equilibri di bilancio. Per forza di cose ora si deve agire su aggregati di spesa rigida, cioè le strutture organizzative, gli stipendi del personale e le pensioni»: Maurizio Graffeo, presidente della sezione di Controllo della Corte dei Conti, fotografa le principali emergenze che riguardano il personale regionale. E sdogana tabù come quello della revisione dei contratti, dei bonus per i dirigenti e dei controlli sull'amministrazione.
Nelle vostre indagini avete spesso messo in evidenza i problemi nella gestione del personale. Quali sono i rischi che avvertite e qual è la situazione economica della Regione?
«Secondo alcune proiezioni che abbiamo effettuato, chiudere il bilancio 2015 non sarà facile. Bisogna agire sulla spesa. Per esempio, lo Stato con le manovre sul federalismo ha decentrato la spesa e varie funzioni, compreso il personale necessario, ai Comuni. Dovrebbe farlo anche la Regione».
Crocetta ha detto che, anche sulla base delle vostre relazioni, vorrebbe intervenire sul personale e sull'organizzazione della Regione. Cosa servirebbe?
«Bisogna affrontare i problemi attraverso un percorso logico. Il primo nodo è quello dell'organizzazione della Regione. Bisognerebbe rivedere il numero degli assessorati e la loro organizzazione, centrale e periferica, a cominciare dalle strutture intermedie. Qualche intervento c'è stato e ha portato qualche risultato. Ma non è sufficiente, ci sono ancora troppi uffici. Pensiamo agli uffici speciali. Dovevano essere un'eccezione, creati per uno scopo, invece sono diventati strutture dipartimentali a tutti gli effetti. Tanto è vero che vengono generalmente affidati a dirigenti generali».
Avete spesso segnalato casi-limite. Quanto pesano questi privilegi e come si possono superare?
«Uno dei problemi è il trattamento economico dei dirigenti. Il privilegio non consiste nel trattamento base, ma nelle indennità di posizione e di risultato. Soprattutto per l'erogazione di quest'ultima è necessaria una seria valutazione mentre a noi risulta che venga riconosciuta quasi a tutti. Non viene effettuata una reale valutazione dell'operato dei dirigenti e dunque non viene verificato il raggiungimento degli obiettivi. Poi c'è il problema numerico. I dirigenti sono troppi. In Sicilia ce ne sono 1.800 mentre in tutte le altre Regioni se ne contano 3.200. In pratica da noi c'è un dirigente ogni 8 dipendenti, nelle altre Regioni uno ogni ogni 16. Bisogna fare una ricognizione delle effettive esigenze mentre fino a ora è stato fatto l'esatto opposto: si è creata la struttura per collocare il dirigente».
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