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Trivellazioni in Sicilia, anime belle pure contro il petrolio

«Sfregio legalizzato del mare»; «attacco al nostro territorio». Si è avviato, con il vecchio armamentario dell'ideologia d'antan, lo sfogatoio di alcune anime belle, decise a contrastare l'aumento di produzione di petrolio e metano in Sicilia.

Una legge dello Stato, lo sblocca-Italia, punta a garantire l'approvvigionamento energetico e favorire la valorizzazione delle risorse energetiche nazionali. Era questo del resto l'obiettivo esplicito della Sen, la Strategia Energetica Nazionale, varata dal governo Monti e approvata lo scorso anno dall'esecutivo Letta.

L'Italia ha una palla al piede; importa ogni anno circa 120 milioni di tonnellate di petrolio ed 80 miliardi di metri cubi di metano; con la produzione nazionale si copre meno del 10% del fabbisogno. L'intenzione dello sblocca-Italia è raddoppiare la produzione e ridurre in proporzione la dipendenza dall'estero. In soldoni si tratta di limitare l'esposizione sull'estero di circa 6 miliardi di euro all'anno e raddoppiare, fino a 3 miliardi di euro all'anno, le royalty incassate dallo Stato e dalle Regioni (essenzialmente Basilicata e Sicilia).

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