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Scuole a pezzi nel Palermitano, il provveditore: “Poche risorse per la sicurezza”

Parla il provveditore: i nostri uffici sono in continua attività per fornire consulenze, stiamo intervenendo in tutti i modi

«La sicurezza dentro e fuori le nostre scuole è una priorità». Marco Anello, al suo primo anno da dirigente dell’Ambito territoriale di Palermo dell’Ufficio scolastico regionale, ossia il vecchio provveditorato, è alle prese con le mille emergenze delle scuole palermitane. Finestre che cadono, polverina irritante che causa malori, problemi igienici, raid vandalici, furti, croniche carenze strutturali sono all’ordine del giorno e richiedono soluzioni. Gli ultimi episodi di cronaca dicono quanto sia delicata la situazione dell’edilizia scolastica nella provincia di Palermo, a conferma degli ultimi dati nazionali fotografati dal report di Cittadinanza attiva appena un mese fa, che parlano di quattro edifici su dieci con manutenzione carente, oltre il 70 per cento con evidenti lesioni strutturali, ma in un caso su tre gli interventi strutturali non vengono effettuati.

Dottore Anello, gli ultimi fatti nelle scuole cittadine sollevano ancora una volta l’attenzione sulla necessità di rendere sicure le scuole. Come state operando?

«Il territorio della provincia di Palermo è estremamente vasto e certamente ciò che è accaduto in alcune scuole è increscioso. L’ufficio Sicurezza in provveditorato, con i colleghi Passaro e Triscari, è in continua attività per fornire consulenze quotidiane a tutti coloro che ne fanno richiesta. È chiaro che la sicurezza nelle scuole è uno degli obiettivi e dei traguardi da raggiungere. Io sono qui da appena otto mesi, ma stiamo intervenendo in tutti i modi».

Proprio pochi giorni fa avete avviato un progetto per formare alla sicurezza sul lavoro oltre 7 mila e 500 tra studenti, insegnanti, dirigenti scolastici, personale Ata in tutta la Sicilia e, di conseguenza, una buona parte anche a Palermo. Quale obiettivo pensate di ottenere?

«Vogliamo formare figure sensibili all’interno delle scuole. È un grosso investimento, perché forniremo competenze anche ai ragazzi, che potranno spenderle nel mondo del lavoro. Mi auguro che questi giovani si appassionino alla cultura della sicurezza».

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