Sabato 28 Dicembre 2024

Combattiamo la mafia difendendo i nostri giovani

All'indomani della giornata commemorativa per le vittime dell'attentato di Capaci, vorrei ringraziare, con una lettera aperta, tutti coloro che hanno lavorato, creduto e partecipato alla manifestazione del 23 maggio 2011. Dal ministero dell'Istruzione alle Forze dell'Ordine, dalla magistratura alle associazioni di volontariato, dal corpo docente ai ragazzi. E tutti i cittadini onesti, che insieme a noi hanno portato la loro testimonianza e la loro speranza nelle piazze e nei cortei della nostra città di Palermo. Una città che ha dimostrato una grande partecipazione dei giovani e una maggiore sensibilità rispetto ai temi della legalità.
È innegabile, c'è ancora tanta strada da fare. Il cammino è ancora lungo e tortuoso. La cultura mafiosa è ancora una realtà, purtroppo tangibile. Ma constatare il ritorno dei lenzuoli e delle tante bandiere tra i balconi dei palazzi è pure un fatto tangibile. Vedere un corteo gremito, non solo di giovani ma di tanti adulti, nonostante le minacce di un cielo plumbeo, è stata la migliore risposta di tutti coloro che vogliono difendere la nostra democrazia a quanti non credono al lavoro che viene svolto dalle tante associazioni antimafia. Il sacrificio di uomini coraggiosi ci deve continuare ad offrire l'opportunità di coniugare simboli e valori sani. L'opportunità di veicolare un universo valoriale in cui si mescolano speranza e progettualità.
Questo obiettivo è quello che mi incoraggia da diciotto anni nel portare avanti l'azione che svolgo nelle scuole. Dare una dimensione culturale ad ampio spettro nel lavoro che viene svolto ogni anno con i giovani, significa indebolire la mafia a livello non soltanto siciliano ma anche nazionale. Poiché, facendo leva sulle future generazioni, viene meno gradualmente l'humus sul quale attecchisce e prospera il fenomeno mafioso. Un fenomeno basato su disvalori sociali in grado di sovvertire l'ordine costituente di una democrazia.

* PRESIDENTE FONDAZIONI GIOVANNI E FRANCESCA FALCONE

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