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Combattiamo la mafia difendendo i nostri giovani

Pubblichiamo l’intervento di Maria Falcone, sorella di Giovanni, a due giorni dal diciannovesimo anniversario della strage di Capaci

All'indomani della giornata commemorativa per le vittime dell'attentato di Capaci, vorrei ringraziare, con una lettera aperta, tutti coloro che hanno lavorato, creduto e partecipato alla manifestazione del 23 maggio 2011. Dal ministero dell'Istruzione alle Forze dell'Ordine, dalla magistratura alle associazioni di volontariato, dal corpo docente ai ragazzi. E tutti i cittadini onesti, che insieme a noi hanno portato la loro testimonianza e la loro speranza nelle piazze e nei cortei della nostra città di Palermo. Una città che ha dimostrato una grande partecipazione dei giovani e una maggiore sensibilità rispetto ai temi della legalità.
È innegabile, c'è ancora tanta strada da fare. Il cammino è ancora lungo e tortuoso. La cultura mafiosa è ancora una realtà, purtroppo tangibile. Ma constatare il ritorno dei lenzuoli e delle tante bandiere tra i balconi dei palazzi è pure un fatto tangibile. Vedere un corteo gremito, non solo di giovani ma di tanti adulti, nonostante le minacce di un cielo plumbeo, è stata la migliore risposta di tutti coloro che vogliono difendere la nostra democrazia a quanti non credono al lavoro che viene svolto dalle tante associazioni antimafia. Il sacrificio di uomini coraggiosi ci deve continuare ad offrire l'opportunità di coniugare simboli e valori sani. L'opportunità di veicolare un universo valoriale in cui si mescolano speranza e progettualità.
Questo obiettivo è quello che mi incoraggia da diciotto anni nel portare avanti l'azione che svolgo nelle scuole. Dare una dimensione culturale ad ampio spettro nel lavoro che viene svolto ogni anno con i giovani, significa indebolire la mafia a livello non soltanto siciliano ma anche nazionale. Poiché, facendo leva sulle future generazioni, viene meno gradualmente l'humus sul quale attecchisce e prospera il fenomeno mafioso. Un fenomeno basato su disvalori sociali in grado di sovvertire l'ordine costituente di una democrazia.

* PRESIDENTE FONDAZIONI GIOVANNI E FRANCESCA FALCONE

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