PALERMO. Rinviare, rinviare e ancora rinviare. È il - neanche tanto nuovo - motto di un’amministrazione comunale che a Palermo continua a viaggiare a vista, a cullarsi sui tempi di una burocrazia nemica dell’efficienza e a pronunciare solo raffiche di «faremo», senza partorire un solo «facciamo». Tutti responsabili, sia chiaro: una giunta che si barcamena fra casse vuote e codicilli capestro e un consiglio che più sterile non si può.
Palermo langue nell’ombra, le luci si spengono e il bello è che non ci si può neanche fermare alla metafora: letteralmente, è il buio che domina le strade, centro o periferia poco importa. E non serve neanche consolarsi col fatto che, almeno in questo caso, i soldi in cassa ci sono e sono anche parecchi. Il problema è che non si sa come spenderli («Le esigenze cambiano di volta in volta», dice l’assessore), chi deve spenderli (il Comune? Amg?) e soprattutto quando: serve prima il varo del bilancio, poi forse la modifica della convenzione con l’ex municipalizzata, poi il varo dei progetti, poi le gare d’appalto e via così. Tempi? Indefiniti e indefinibili. Ma se almeno si mettesse in moto la macchina... e invece niente.
Tutto al palo. Un caso? Macché: vogliamo parlare del piano traffico? della riforma delle linee Amat? del piano per la nuova edilizia popolare? Se ne discute da anni, in alcuni casi i soldi ci sono o i soldi non servono neanche. Ma tutto rimane allo stato embrionale o meno. Il camper del Giornale di Sicilia da anni batte il territorio, denuncia le inefficienze, ma molto spesso rimbalza contro promesse di gomma. Che celano un rinvio. L’ennesimo.
Se il Comune naviga a vista
L'amministrazione di Palermo continua a cullarsi sui tempi di una burocrazia nemica dell'efficienza, continuando a pronunciare raffiche di "faremo" senza partorire un solo "facciamo". E intanto la città è al buio, in tutti i sensi
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