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Turismo, la Sicilia intrappolata fra mare e sole

Arrivano i turisti ma non tutte le bellezze artistiche e architettoniche della Sicilia si possono visitare. Il turista va a Palazzo Abatellis a Palermo di pomeriggio: chiuso per mancanza di personale. Mozia? Proibito avvicinarsi perché non c’è energia elettrica. Al Duomo di Monreale i mosaici in certe ore sono al buio e la Villa del Casale a Piazza Armerina aspetta da oltre un anno il completamento della ristrutturazione. La Regione, cui spetta la gestione dei beni culturali, non riece a prevenire l’emergenza. E la Sicilia resta impiccata alla tradizionale proposta di mare e di sole.
Così Palazzo Abatellis funziona a metà proprio adesso che le sue sale ospitano un capolavoro di grande richiamo, come i Musici di Caravaggio. Il problema era già emerso nei mesi scorsi. Magari sarebbe stato possibile utilizzare meglio i 1.100 precari della società beni culturali. Avevano la possibilità di dimostrarsi effettivamente dei lavoratori socialmente utili. Invece qualche dirigente regionale ha scritto dei contratti rigidi che lasciano Palazzo Abatellis privo di personale proprio nei giorni in cui sarebbe necessario aumentare il presidio per rendere fruibili i suoi capolavori. È positivo che l’assessore regionale Gaetano Armao sia ieri intervenuto per cercare di sbloccare l’inefficienza della burocrazia regionale, comandando il trasferimento temporaneo di una decina di dipendenti provenienti dalla Sovrintendenza.
I beni culturali sono considerati il nostro petrolio. Eppure un settore così importante, che può portare ricchezza alla Sicilia attraverso il turismo, è gestito nell’emergenza. L’ultima riguarda Mozia rimasta al buio perché il gruppo elettrogeno, unica fonte di energia dell’isola, si è guastato. Non si è trovato il mezzo adatto a solcare le acque poco profonde dello Stagnone per trasportare il nuovo trasformatore. Adesso si cerca una soluzione con l’intervento di un elicottero della Forestale. Ma perché deve sempre essere tutto così affannato, così trafelato? È vero che Mozia è gestita da una fondazione. Ma è proprio certo che la Regione non avesse nulla da dire nell’amministrazione? Un sito archeologico dell’importanza di Mozia si può lasciare in balia di un solo gruppo elettrogeno? Anche qui il problema viene affrontato, e speriamo risolto al più presto, solo quando si arriva all’emergenza.
Per non parlare, visto che ci occupiamo di illuminazione, di quanto accade al Duomo di Monreale. Era stato annunciato con grande dispendio di risorse di comunicazione una importante novità. La chiesa sarebbe stata illuminata in permanenza. Non più su richiesta a pagamento dei visitatori che infilavano le loro monete in appositi apparecchi per vedere brillare l’oro dei mosaici. Una maniera intelligente per aumentare la fruibilità di uno dei più monumenti più celebri non della Sicilia ma del mondo. Peccato che la luce sia rimasta accesa solo un paio di giorni. Poi il buio. Ora il beneficio è limitato all’abside. La metafora di quanto accade in Sicilia. Qualche bagliore isolato e poi solo i colori del buio.

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