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Andrea Amici e le sue piccole storie di liberazione

Abbiamo da poco celebrato la ricorrenza della Liberazione ma spesso non si ricordano abbastanza quegli episodi, quelle vicende che «segnano» la vita degli esseri umani. Ormai la letteratura si va sempre più arricchendo di testimonianze, romanzi e saggi anche su questi aspetti legati alla guerra, alla resistenza, alla sofferenza di quegli anni terribili. Vogliamo segnalare qualcuno dei libri scritti in questa ottica e usciti nelle ultime settimane. Innanzitutto il libro di Andrea Amici Una tragedia italiana (Longanesi). L'autore è un sommozzatore, appassionato del mare e studioso della seconda guerra mondiale. Nel libro viene raccontata la tragedia dell'affondamento della corazzata «Roma», con duemila uomini di equipaggio, all'alba del 9 settembre 1943, a poche ore dall'armistizio. Infatti l'intesa con gli alleati prevedeva il trasferimento delle navi militari italiane nei porti controllati da americani e inglesi. Ma i tedeschi non danno tregua: uno stormo di aerei bombarda la nave. L'affondamento avviene in pochi minuti. Dal ponte torce umane si buttano in acqua prima che la corazzata si capovolga e le trascini con sé. Le vittime sono 1.393, fra cui l'ammiraglio Carlo Bergamini, amatissimo dai suoi marinai. I naufraghi vengono trasportati alle Baleari e trasformati in merce di scambio. La loro vita rimarrà a lungo sospesa in un difficile equilibrio tra gli opposti interessi dell'Italia divisa in due, la Spagna e gli anglo-americani. L'autore ha potuto utilizzare, tra i tanti documenti e le rare testimonianze anche un diario inedito di suo zio Italo Pizzi. In tal modo Amici ha potuto ricostruire tutte le fasi della tragedia, ma anche la vita di bordo e quella da esuli, fino al ritorno a casa, in Liguria, dopo quasi due anni. Un libro di grande interesse, un po’ saggio, racconto, testimonianza e anche un po’ romanzo.  All'interno della grande storia, si è detto, vi sono le piccole ma significative storie. Una di queste la racconta Marcello Foa (inviato speciale di politica internazionale) nel libro Il ragazzo del lago (Piemme). È la storia di Aimone, un ragazzino che va a lavorare in Germania per imparare il tedesco e diventare maitre d'hotel. Quel ragazzo incontrerà i più potenti uomini del nazismo. Ma dopo l'8 settembre Aimone diventa partigiano e, catturato dai tedeschi, finisce a Mathausen. Il protagonista riuscirà, con colpi di scena incredibili, ad essere presente anche nella fuga disordinata di Mussolini diretto in Svizzera. Diventerà quindi un testimone oculare sulla cattura del dittatore da parte dei partigiani e della sua fucilazione a Dongo, insieme alla sua amante, Claretta Petacci. Un romanzo, certo, ma storicamente attendibile perché «costruito» su dati storici e testimonianze autentiche. Un'altra storia riguarda una donna e una strage dimenticata, quella di un gruppo di ebrei massacrato dalle SS a Meina, sul Lago Maggiore. La scrittrice Liaty Pisani, un'esperta di gialli storici che utilizza uno stile avvincente, riesce a sorprendere con un libro (Il diario della signora, Tea) che racconta una tragedia dimenticata dalla storia. Lo fa con una trama da sceneggiatura cinematografica per svelare un segreto legato al massacro nazista, gelosamente racchiuso nelle pagine di una signora. La Pisani sa raccontare in modo coinvolgente storie drammatiche, «trascinando» il lettore sino all'ultima riga.
Infine, il racconto di una scrittrice originale, scomparsa nel 1988, Iris Origo (Guerra in Val d'Orcia, Longanesi). Si tratta di una scrittrice di padre americano e di madre anglo-irlandese vissuta dall'età di nove anni a Firenze. Tutti i suoi libri li ha scritti in lingua inglese. Fra il 1943 e il 1944, gli anni della guerra civile, Iris è riuscita a tenere un diario, in cui annotava le tragedie di quei giorni, insieme ai problemi relativi alla vita quotidiana. Lei e il marito accolsero nella loro casa di campagna numerosi bambini rimasti orfani o abbandonati, soldati sbandati, i primi partigiani, i giovani sfuggiti ai rastrellamenti fascisti. Il libro rappresenta quindi una testimonianza intensa della lotta, della sofferenza di quegli anni contro la brutalità e la violenza degli eserciti di occupazione e dei fascisti della Repubblica di Salò.

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