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Quei body scanner necessari

Si discute molto in questi giorni dei body scanner, sui giornali, ma anche sugli autobus e nei bar, soprattutto dopo la decisione di impiegarne tre a breve termine (Fiumicino, Malpensa, Venezia). La lotta al terrorismo (ma anche ai fanatici e ai pazzi solitari) ha un prezzo che la società è costretta a pagare se vuole garantire il più possibile la propria sicurezza. Ma questo prezzo comprende anche la rinuncia a un po’ della propria privacy? E comporterà anche qualche rischio alla propria salute? E siamo proprio sicuri che questa «radiografia» riesca a individuare tutti gli oggetti pericolosi di un terrorista o kamikaze? Queste sono le domande chiave che vengono quasi ossessivamente ripetute dai lettori dei giornali e ascoltatori radiofonici. Come stanno le cose al punto in cui siamo? Intanto c'è da ricordare che diversi paesi europei (Gran Bretagna, Germania, Italia, ecc.), oltre a Stati Uniti (in 19 aeroporti), Canada e Israele, hanno già adottato questa nuova tecnologia per la sicurezza aerea, già ampiamente sperimentata negli Usa anche nelle carceri e nei tribunali. I body scanner sono tecnologicamente di due tipi, entrambi innocui, secondo la grande maggioranza degli esperti consultati: il primo (Backscatterx-Ray), utilizza i raggi x, che penetrano i tessuti ma non arrivano alle ossa, a differenza degli strumenti, molto più potenti, delle radiografie mediche; il secondo (la Millimeter wave scanner) impiega le onde radio cortissime (come i raggi T) a elevata frequenza. Entrambi i sistemi forniscono foto in bianco e nero e rivelano qualsiasi oggetto metallico, di plastica, di ceramica o esplosivo nascosto nel nostro corpo (ma non polveri e prodotti chimici). Siamo ben lontani dunque da ciò che qualche giornale (per superficialità, ignoranza o per il semplice piacere di dissentire) ha pubblicato. E cioè che «l'accumulo di radiazioni può portare al cancro, soprattutto per i viaggiatori abituali». O, addirittura nel tentativo di scandalizzare o suscitare forti reazioni, un giornale ha scritto: «Questa dei body scanner sembrerebbe un'idea obliquamente suggerita dai terroristi per radere al suolo in un paio di decenni o tre le classi dirigenti occidentali». Mi sembra questa un'autentica stupidaggine che segnaliamo solo perché qualcuno potrebbe prenderla sul serio. Non credo che si trovi un medico disposto ad avallarla. Provate, se credete, a chiederlo voi al vostro medico di fiducia. Infine, per quanto riguarda la privacy. Avete visto sui giornali le immagini-prova di uomini e donne in bianco e nero; sagome umane, silhouette di corpi sgraziati, con i visi assolutamente non riconoscibili. In ogni caso, è stato assicurato, che le immagini degli scanner non potranno essere registrate. Non troveremo dunque le nostre «radiografie» su Internet, statene certi. Tutt'al più metteremo a nudo le nostre protesi. Qualche prezzo per la sicurezza aerea bisogna pur pagarlo, ma quel tempo davanti allo scanner (appena 30 secondi) sarà ben speso. Del resto, qualcuno forse dimentica che viviamo ogni giorno sotto il bersaglio di «occhi elettronici», più o meno visibili, collocati dappertutto. Perché allora preoccuparsi solo dello scanner dell'aeroporto? Ma, se proprio non lo desiderate, rimane pur sempre l'alternativa della ispezione manuale accurata. Sono strumenti che non provocano danni fisici e ci proteggono.

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