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Campione d'Italia con la Roma, Tommasi porta il centrosinistra in testa a Verona

L'ex calciatore Damiano Tommasi, candidato sindaco a Verona

Il centrosinistra batte un colpo a Verona. Damiano Tommasi, il candidato dal «basso profilo», che ha evitato i selfie con i big di partito, e non è ricorso a social e tv, è in testa nella città dell’Arena, secondo i primi exit poll con una forchetta stimata fra 37 e 41% dei voti.

Il centrodestra diviso - nonostante l’abbraccio al fotofinish, proprio qui, tra Salvini e Meloni - aspetta di sapere se sarà il sindaco uscente Federico Sboarina, stimato fra il 27 e il 31%, oppure il «ritornante» Flavio Tosi, scelto da Forza Italia, accreditato alla stessa percentuale (27-31%), a contendere a Tommasi la poltrona di Palazzo Barbieri.
Un risultato sorprendente per Verona, dove il centrodestra regnava incontrastato dal 2007, dopo l’ultima giunta guidata da Paolo Zanotto (Democrazia e Libertà-Margherita). Poi il Pd e i partiti progressisti non aveva più toccato palla. Due legislature sotto «Re» Tosi, e una di Federico Sboarina, che nel cinque anni fa aveva vinto con l’appoggio di tutto il centrodestra. Poi, però, era stato lui a rompere per primo lo schema, passando con Giorgia Meloni, e mettendo la Lega nella difficile scelta di sparigliare tutto: scegliendo anch’essa un candidato di bandiera, o puntare ancora su Sboarina, lasciando a Forza Italia (con l’appoggio di Matteo Renzi) l’avventura del Tosi 'ter'. Insomma, se la città di Giulietta e Romeo era (ed è) un test nazionale, il responso è che Lega, Fdi e Forza Italia non sfondano se gareggiano separati.

Nel derby veronese tra il centrodestra, la spunta al momento un ex vero centrocampista, Damiano Tommasi, campione d'Italia con la Roma e colonna della Nazionale, che ha fatto tutto ciò che non ci si aspetterebbe da un candidato nell’era della politica urlata e di internet: ha stretto migliaia di mani, ha girato come una trottola nel territorio, ha evitato scientificamente i palchi e la ribalta tv. E si è presentato agli elettori, lui già un outsider, con una squadra 36 «volti nuovi», gente che non ha mai avuto precedenti esperienze di partito. Oltre al Pd e al M5s, che l’hanno designato quale candidato sindaco, ha mostrato fiuto anche Carlo Calenda, che ha puntato a sua volta su Tommasi per cambiare faccia a Verona. Ma la risposta vera alla disfida dell’Arena arriverà tra 15 giorni.

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