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Voto nei Comuni e referendum: oggi alle urne un terzo di siciliani

Le operazioni di preparazione per le elezioni in una scuola di Palermo (foto Fucarini)

Che sarà molto più di un voto amministrativo lo dicono i numeri. Nei 120 Comuni siciliani in cui stamani alle 7 si aprono le urne vivono 1.710.451 abitanti, più di un terzo dei siciliani. E verranno eletti, oltre ovviamente a 120 sindaci, ben 1.520 consiglieri comunali. Sono le basi, dal punto di vista elettorale, per le Regionali che si terranno fra fine ottobre e novembre e per le Politiche previste il prossimo inverno. I partiti hanno impostato così queste Amministrative.

Fari su 13 grandi Comuni

Ovviamente i riflettori sono puntati per lo più su Palermo e Messina, i due capoluoghi chiamati al voto. Ma ci sono altri 11 Comuni in cui si vota col sistema proporzionale, dunque lì si misurerà il peso dei partiti: Palma di Montechiaro e Sciacca nell’Agrigentino; Niscemi in provincia di Caltanissetta; Aci Catena, Palagonia, Paternò e Scordia nel Catanese; Pozzallo e Scicli nel Ragusano; Avola nel Siracusano; Erice in provincia di Trapani. In questi centri la vittoria al primo turno arriverà se un candidato supererà la soglia del 40%, altrimenti i primi due andranno al ballottaggio il 26 giugno. In tutti gli altri 107 centri che non superano i 15 mila abitanti si vota invece col sistema maggioritario, dunque si vince con la maggioranza dei voti a prescindere dal numero dei votanti.

Si vota solo dalle 7 alle 23

I seggi saranno aperti solo oggi, dalle 7 alle 23. Sono state costituite 1.747 sezioni elettorali. Nella sola città di Messina si voterà anche per il referendum sull'istituzione del nuovo Comune di Montemare, formato da dodici villaggi della fascia collinare e costiera tirrenica del capoluogo.

Come si vota

A parte il voto al sindaco, ogni elettore può scegliere uno o due candidati al Consiglio comunale. Se si opta per due candidati, questi devono essere della stessa lista (pena l’annullamento della scheda) e necessariamente di sesso diverso. Dunque le opzioni per scegliere i consiglieri sono due: o si vota un solo nome o se ne votano due ma occorre necessariamente indicare un uomo e una donna.

Se si vota solo per una lista o per un candidato al Consiglio, il voto si estende anche al sindaco che da quella lista è sostenuto (si chiama effetto trascinamento). Non vale il principio opposto: se si vota solo per il sindaco, nessuna lista ne trae beneficio. È possibile anche il voto disgiunto: si può cioè esprimere una preferenza per un sindaco e una per un candidato al Consiglio comunale di una lista non collegata e che dunque non sostiene quel sindaco.

La mascherina consigliata

Ovviamente per poter votare occorre avere al seggio la tessera elettorale e un documento di identità. Non è invece obbligatoria la mascherina, anche se è consigliato indossarla almeno dentro il seggio. Lo ha precisato una circolare del ministero degli Interni, aggiungendo che nessuno potrà chiedere il green pass al seggio.

Lo spoglio per i sindaci lunedì

Poiché si vota anche per i 5 referendum sulla giustizia, lo scrutinio avverrà immediatamente dopo la chiusura dei seggi solo per questi ultimi. Mentre lo spoglio delle schede per sindaci e consiglieri comunali inizierà domani (lunedì 13 giugno) alle 14: la precedenza verrà data alle elezioni comunali, poi a quelle circoscrizionali (solo per Palermo e Messina).

A Palermo caso scrutatori

Ieri a Palermo e a Messina non si sono presentati numerosi scrutatori e ben 100 presidenti di seggio. È stato dunque necessario sostituirli con procedura d’urgenza e non senza difficoltà.

La posta in gioco a destra

Fin qui gli aspetti tecnico-organizzativi. Ma a urne chiuse scatteranno valutazioni che rischiano di modificare gli equilibri politici attuali. Nel centrodestra si prepara una resa dei conti fra i partiti che puntano alla conferma di Musumeci alla Regione (Fratelli d’Italia, Diventerà Bellissima e Udc) e quelli che lavorano alla sostituzione dell’attuale presidente (Lega, Mpa e Forza Italia almeno per quanto riguarda l’ala più fedele al coordinatore Gianfranco Micciché). Il risultato delle liste a Palermo e Messina e negli altri 11 centri in cui si vota col proporzionale andrà misurato alla luce di questo braccio di ferro politico. E nella stessa ottica vanno inquadrate le tante alleanze anomale che sono maturate in queste Amministrative: tentativi di sparigliare il quadro attuale che andranno valutati a urne chiuse.

Il campo largo progressista

Una situazione non diversa nel centrosinistra che sperimenta per la prima volta in capoluoghi di primo piano il cosiddetto campo largo progressista: l’alleanza fra Pd, Movimento 5 Stelle, partiti della sinistra e movimenti civici. In questa chiave quelli di Palermo e Messina saranno test che serviranno a misurare il peso di un patto elettorale nato per scalare poi Palazzo d’Orleans e Palazzo Chigi.

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